Trasporto a temperatura controllata, il termometro del mercato Pharma e food

L'analisi del Coordinatore Didattico EvenT su tutti gli aspetti legati al mercato dei farmaci e dell'agroalimentare, senza dimenticare la transizione energetica
26 Giugno 2024
4 mins read
Zerogradi

In occasione dell’edizione 2024 di Zerogradi – convegno organizzato dalle testate Vado e Torno e Trasportare Oggi in Europa su trasporto e logistica a temperatura controllata, tenutosi lo scorso 20 giugno a Brescia, presso il Museo Mille Miglia – l’esperto Paolo Volta ha fatto il punto sul settore davanti a una vasta platea, affrontando diversi temi inerenti al mercato del Pharma e del food, i principali clienti del freddo.

Proprio sul settore farmaceutico le prime considerazioni dell’esperto: “Gli investimenti lo scorso anno sono cresciuti del 40 per cento, ma soprattutto il contributo al PIL del nostro Paese è stato pari al 2 per cento. L’altro elemento importante è che il saldo con l’estero ha un risultato positivo di 9,7 miliardi. Parlando di crescita di valore, non possiamo non citare il trend in crescita molto forte dei farmaci termosensibili, da 2° a 8° e di quelli che devono vivere a 0°: ne produciamo sempre di più, e ne trasportiamo anche sempre di più, e questo deve essere fatto in sicurezza, e cioè a temperatura controllata”.

L’aspetto demografico legato al mercato del farmaco

“Chi si occupa di trasporti non può non studiare la parte demografica, perché contemporaneamente studia come il cliente finale si evolve nel tempo. E il dato interessante in tal senso è che l’aspettativa di vita è cresciuta in maniera esponenziale. Dieci anni fa, l’aspettativa di vita in buona salute era di trascorrere il 77 per cento degli anni nostra disposizione. Quindi se una persona viveva 100 anni, 77 li trascorreva in buona salute e gli altri con qualche difficoltà”.

Oggi questa percentuale è salita all’82 per cento. Da un punto di vista statistico l’aspettativa di vita dell’uomo oggi si aggira sugli 81 anni, per la donna sugli 85. La demografia ci dice che nel 2050 noi saremo 1,8 miliardi di persone in più nel mondo. Abbiamo superato a novembre dell’anno scorso gli 8 miliardi. Gli over 65 saranno più degli over 25 e questo è un dato che vale per i paesi occidentali. Per quanto riguarda l’Italia, il cosiddetto indice di dipendenza è del 33,7 per cento, che vuol dire che abbiamo un anziano ogni 3 persone attive”.

L’altro dato importante per quanto riguarda il nostro Paese è che ogni anno 40 milioni di persone (su 60 totali) si sottopongono a cure e acquistano le medicine. Sarà molto interessante perché per quanto riguarda l’Europa, e mettiamo insieme l’Inghilterra come elemento di analisi e di studio, possiamo dire che dal 2021 al 2026 avremo un incremento di spesa di circa 50 miliardi di dollari, ossia del 25 per cento. Quindi è innegabile che il settore sarà particolarmente brillante e attivo. Aspettativa di vita che aumenta, aumenta il consumo dei farmaci. E i farmaci sono trasportati a temperatura controllata”.

La situazione nel settore del food

“Ogni cibo – ha proseguito Volta – ha la sua temperatura per essere trasportato. Passiamo da -20°C del gelato a -18°C del surgelato. Poi abbiamo 6°C per il latte, 4°C per la carne e così via. In questo ambito, l’Italia vale 77 miliardi di Euro e il valore aggiunto sul PIL è del 4,1 per cento. La parte più consistente, ossia 40,45 miliardi di Euro, fa riferimento al settore primario. I restanti 36,7 miliardi sono relativi all’industria alimentare. In Italia abbiamo in totale 1,4 milioni di imprese di settore, suddivise fra imprese agricole (circa 700.000), ristorazione (335.000), commercio alimentare (300.000), industria alimentare (56.500) e industria delle bevande (quasi 4.000).

In Italia abbiamo anche 51 distretti alimentari che sono il fiore all’occhiello del made in Italy. L’export fa segnare 20 miliardi nei primi 9 mesi del 2023, con una crescita sul 22 del 4,5 per cento. Altro dato significativo per quanto riguarda l’alimentare è il surgelato, che cresce in maniera notevole e si stabilizza. Nell’anno 2023 il consumo ha raggiunto le 645.000 tonnellate, e parliamo di surgelato consumato in casa, per quanto riguarda il consumato fuori casa siamo quasi stabili rispetto agli anni passati.

“Ricordiamoci che in mezzo c’è stata purtroppo l’epoca Covid, ma in ogni caso rispetto a prima del Covid abbiamo un incremento del 9 per cento, che vuol dire che è un settore che sta tirando particolarmente. L’altro elemento importante riguarda quali merci surgelate consumiamo. In assoluto i vegetali (215.000 tonnellate), ma anche patate, soprattutto fritte (35 per cento in più rispetto al 2019) e il pesce, che è aumentato, ma non di molto.

Nel frattempo c’è una transizione green da tenere d’occhio

“Nel quadro di questa transizione green, abbiamo tutti degli obiettivi, degli obblighi che arrivano dall’Europa per la riduzione dei gas serra. Questa riduzione dovrà essere pari al 90 per cento nel 2040, rispetto ai parametri del 1990. Nel 2050 dovremo avere la neutralità energetica e quindi raggiungere il target della pulizia dell’ambiente”.

“L’altro impegno che abbiamo è certamente quello che abbiamo sottoscritto a Parigi di limitare la crescita del riscaldamento globale a 1,5°, perché se dovessimo andare oltre questo valore avremmo delle problematiche climatiche, da un punto di vista territoriale ed ambientale, veramente molto forti. Tutti questi aspetti ci portano a definire che sicuramente avremo un incremento del trasporto a temperatura controllata, sia per quanto riguarda il settore del farmaco, sia per quanto riguarda il settore del cibo, del food”.

Le imprese italiane sono preparate a questo incremento di merci da trasportare?

“Il parco circolante dei veicoli industriali frigoriferi ha un’età media di 16 anni ed è ante Euro 4 il 48,4 per cento. Se dai veicoli frigo passiamo ai trainati, l’età media del trainato frigo è di 16,4 anni. Poi abbiamo alcune regioni con veicoli più vecchi (Sardegna, Calabria e Marche su tutti) e altre con il parco circolante più giovane (Trentino, Toscana e Veneto). Inoltre, se guardiamo il mercato del trainato in Italia è crollato nei primi mesi del 2024 di quasi il 20 per cento, ma è un calo che viene da lontano perché anche nel 2023 abbiamo avuto una contrazione del mercato di 7,4 per cento”. Rispetto agli altri Paesi europei però va detto che abbiamo meno incentivi e meno sgravi fiscali”.

Quali sono i fattori di rischio che ci sono all’orizzonte?

“Due elementi fondamentali. Il primo è il contesto geopolitico, l’instabilità politica negli anni di crisi, potenziali frizioni commerciali globali che possono metterci in difficoltà con i relativi problemi di fornitura. L’altro discorso è la parte politica. Dopo le elezioni dei parlamentari europei bisogna formare le commissioni, bisogna formare tutto l’establishment e ovviamente dare seguito ad alcune normative e rivederne altre. Gli ATP-HCCP sono accordi del 1970, è cambiato qualcosa negli ultimi 50 anni dal punto di vista climatico, dal punto di vista del mercato, dal punto di vista della società in generale e quindi queste normative devono essere rinnovate a livello europeo“, ha concluso Volta.

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