Il comparto carburanti e trasporti dell’Europa Centro-Orientale sollecita la Commissione UE: una transizione energetica sostenibile, tecnologicamente neutra e accessibile
In una lettera congiunta indirizzata alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, oltre trenta sigle del settore carburanti e trasporti dell’Europa centro-orientale (CEE) – tra cui POPiHN, UETR, SDCM e PZPM – hanno lanciato un appello affinché la transizione energetica nel trasporto su strada sia guidata da un approccio tecnologicamente neutrale e basato su misure realistiche di decarbonizzazione. L’attuale impianto normativo, secondo i firmatari, rischia di mettere a repentaglio la sicurezza energetica, la coesione del mercato unico e la sostenibilità economica di oltre 250.000 imprese della regione. L’eliminazione dei motori a combustione interna non viene vista come misura sufficiente, né efficace: al contrario, si chiede di puntare su carburanti rinnovabili sostenibili e su una visione Well-to-Wheel, che consideri l’intero ciclo emissivo.
Equilibrio, infrastrutture e investimenti: le richieste del settore
Il documento individua otto priorità operative. Fra queste, l’armonizzazione delle politiche UE – oggi attuate in modo disomogeneo nei vari Stati membri – e la riduzione degli oneri amministrativi, che ostacolano l’agilità delle imprese nel contribuire agli obiettivi climatici. La transizione energetica richiede strumenti concreti, sostenuti da un quadro normativo stabile e da incentivi accessibili. Si propone inoltre un mercato unico per i crediti GHG, regole chiare per lo sviluppo delle tecnologie green nei Paesi CEE – dove il potere d’acquisto è ancora limitato – e un piano d’investimento per la sicurezza dei carburanti, soprattutto in caso di crisi.
Una transizione energetica inclusiva per un’Europa competitiva
La transizione energetica non può essere affidata esclusivamente all’elettrificazione. Le realtà CEE chiedono pari opportunità nell’accesso a soluzioni ibride e rinnovabili – come bioLNG, HVO, e-fuels – sostenute da una rete infrastrutturale adeguata. “L’attuale quadro normativo – si legge nel testo – rischia di fallire su entrambi i fronti: ridurre le emissioni e mantenere la competitività”. Per questo, i firmatari propongono un Clean Industrial Deal davvero inclusivo, che traduca la transizione energetica in un processo equilibrato, concreto e accessibile a tutte le economie europee.