Ieri Stellantis, poche ore dopo la conferenza stampa di Carlos Tavares sulla semestrale 2024 che non ha certo entusiasmato per numeri, risultati e dichiarazioni (non si esclude più la cessione di marchi e sono stati ritoccati gli obiettivi finanziari per quest’anno), è arrivata la notizia dell’acquisizione da parte di One Equity Partners del 51% di Comau.
Comau è, o meglio era, uno dei fiori all’occhiello di Stellantis, azienda specializzata nell’automazione industriale e nella robotica avanzata, e benché la cessione fosse già contemplata all’epoca della fusione tra ex FCA e Groupe PSA che ha dato vita a Stellantis NV nel 2021, l’operazione ha destato malumori.
Secondo Tavares di Stellantis, One Equity Partners, Fondo di investimento internazionale che ha già diverse partecipazioni in aziende italiane per lo più concentrate in Emilia Romagna, aiuterà “Comau a raggiungere la propria autonomia e rafforzare ulteriormente il suo successo a vantaggio di tutti i suoi stakeholder, in particolare i suoi dipendenti e i suoi clienti. Offre inoltre a Stellantis la possibilità di concentrarsi sulle attività del suo core business in Europa”.
Obiettivo confermato da Ante Kusurin, Partner di One Equity Partners: “Comau è un’azienda leader nell’automazione industriale, con una tecnologia robotica all’avanguardia ed un enorme potenziale di crescita. Abbiamo una comprovata esperienza nell’esecuzione di complesse operazioni di carve-out aziendale e disponiamo delle risorse necessarie per aiutare Comau ad affermarsi ulteriormente come azienda di successo”.
A sedare i malumori generati dalla notizia le dichiarazioni che assicurano che non verranno modificate né sedi né posti di lavoro rilasciate da Alessandro Nasi, Executive Chairman, e Pietro Gorlier, CEO di Comau, che manterranno le rispettive posizioni, così come il resto del management. Ma ciò non è bastato per i sindacati che hanno infatti auspicato un intervento del Governo italiano attraverso il golden power.