Secondo le ultime indiscrezioni (riprese da automotive news e reuters), il presidente di Stellantis, John Elkann, sarebbe alla ricerca del successore di Carlos Tavares, attuale CEO del gruppo con contratto in scadenza nel 2026. Se da un lato una simile operazione può considerarsi di normale amministrazione visto che siamo ormai ad un passo dal 2025, dall’altro c’è da segnalare che a causa delle scarse prestazioni di Stellantis negli Stati Uniti la pressione su Tavares sembrerebbe aumentare.
Cambiamento della leadership non sembra strettamente necessario, ma in USA le cose vanno male
Tuttavia nelle intenzioni di Elkann non parrebbe esserci la volontà di cambiare necessariamente la leadership, ma il rendimento negativo degli USA – dove le vendite sono in calo e alcuni dirigenti hanno lasciato l’azienda – sta in qualche modo creando delle perplessità. Tavares, che guida Stellantis dal 2021, ha reso la società una delle più redditizie nel settore, ma ora deve affrontare sfide significative. Negli Stati Uniti, il calo delle vendite e dei profitti ha portato a una perdita di valore delle azioni, oltre a problemi di inventario e una riduzione della quota di mercato.
Il malcontento degli Stati Uniti e non solo
A questo si aggiunge anche il fatto che alcuni dealer statunitensi avrebbero criticato Tavares per la gestione dei marchi Jeep, Chrysler, Ram e Dodge, e per non aver fatto abbastanza per risolvere i problemi di inventario. Senza tralasciare che Stellantis sta anche affrontando potenziali scioperi in Italia e negli Stati Uniti, e la correzione della situazione nordamericana è stata indicata come una priorità assoluta fino alla fine dell’anno.
Tavares ha introdotto una politica di riduzione dei costi, che ha sollevato preoccupazioni sul possibile impatto sui progetti a lungo termine. Ha ridotto la capacità produttiva e il personale negli Stati Uniti e ha ventilato l’ipotesi di vendere alcuni dei 14 marchi del gruppo per mantenere la redditività. Dunque, nei prossimi giorni, precisamente nella prima decade di ottobre, il consiglio di amministrazione si riunirà negli USA per valutare le strategie per il rilancio del mercato nordamericano.
I nomi per il futuro
Nonostante queste difficoltà, Tavares è stato comunque lodato per aver reso il gruppo più efficiente dopo la fusione tra Fiat Chrysler e PSA nel 2021. E non è assolutamente da escludere un rinnovo del mandato per il sessantaseienne portoghese, ma è legittimo aprire all’eventualità che si possa optare per un ricambio (anche da un punto di vista anagrafico) che porti una ventata di novità.
Ebbene i nomi che circolano riguarderebbero al momento Luca de Meo, Mary Barra, Jim Farley, Oliver Zipse e Oliver Blume. Ma si tratta solo di alcune ipotesi, perché la leadership potrebbe restare invariata anche nei prossimi anni così come potrebbe venir fuori un nome insospettabile.
Il crollo in Piazza Affari
A complicare ulteriormente il quadro generale c’è il tonfo di Stellantis in Piazza Affari: il titolo in Borsa ha perso il -10,45% andando a 13,04 euro, il minimo dall’ottobre del 2022. Da quanto emerso, il crollo sarebbe dovuto appunto “ai problemi di performance in Nord America e al deterioramento nelle dinamiche globali del settore”.
La riduzione di risultati attesi per il 2024 è correlata per circa due terzi alle azioni correttive in Nord America, ma anche all’attesa di vendite inferiori in diverse aree del globo. “Il gruppo – si legge in una nota – ha accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l’obiettivo di non più di 330.000 unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025″.