“Ho la grande fortuna di essere appassionata del mio lavoro”: così esordisce in occasione del nostro primo incontro Monica Schiraldi, nuova COO di Gruppo Amati, manager di approfondita esperienza nel settore del trasporto e della logistica, scelta proprio da Gianluca Amati per camminare insieme verso una crescita che possa dare una risposta alle grandi ambizioni del network di officine meccaniche, impegnato a proporsi come partner delle realtà di trasporto pubbliche e private intenzionate a razionalizzare la loro attività in termini di manutenzione. Laureata in Economia con un Master in Finanza Aziendale, Schiraldi ha sviluppato un’intensa attività professionale nel settore automotive, del trasporto pubblico locale e della logistica, ricoprendo ruoli di responsabilità manageriale e consulenziale. Parallelamente, ha sempre affiancato alla sua carriera un’attività continuativa di docenza universitaria e in diversi master. Siamo pronti a conoscere la sua storia.
Monica Schiraldi, com’è avvenuto l’incontro con Gruppo Amati e quali le motivazioni che l’hanno spinta ad entrare nel suo nuovo ruolo?
Il mio ingresso in Gruppo Amati è stato il risultato di un confronto con il suo titolare sul futuro della manutenzione delle flotte e sulla trasformazione che il settore sta vivendo. L’obiettivo: trovare una convergenza tra la mia esperienza manageriale e strategica e la visione innovativa dell’azienda, tenuto conto della crescente esigenza di professionalizzazione e managerializzazione del settore, ormai indispensabile per rispondere alle sfide di sostenibilità, efficienza operativa e innovazione. Non è stato difficile convergere su idee comuni. Ho visto in Gruppo Amati un’opportunità unica di applicare la mia expertise nella gestione finanziaria, nelle strategie di crescita e nei processi ESG. Certo si tratta di un progetto ambizioso, ma fin da subito ho percepito con Gianluca Amati una forte sintonia tra la mia esperienza nel crescere e consolidare aziende e il suo obiettivo di diventare un punto di riferimento nazionale nella manutenzione delle flotte, con un modello di Officina 5.0 capace di integrarsi in un ecosistema di logistica, trasporto e mobilità sostenibile. L’azienda sta crescendo in modo strutturato, con investimenti mirati in tecnologia, formazione e innovazione, e il mio ruolo sarà quello di supportare questa evoluzione strategica, garantendo un modello di business scalabile e capace di rispondere alle esigenze del mercato.

Le chiediamo una fotografia dell’attività di Gruppo Amati così com’è organizzata oggi, e delle prospettive a breve, medio e lungo termine.
Gruppo Amati è oggi una realtà consolidata nel settore della manutenzione di flotte industriali e autobus, con 6 sedi operative, oltre 100.000 mq di spazi e 138 dipendenti specializzati. L’azienda ha sviluppato una rete capillare di officine mobili e servizi avanzati, tra cui manutenzione predittiva, assistenza in loco, full service e revisione di cambi e motori. Interveniamo su strada con una flotta di 12 officine mobili attive h24 che fanno parte di un’organizzazione pensata per garantire tempi di fermo ridotti al minimo. A breve termine, ci focalizzeremo sulla consolidazione della rete operativa e sull’internazionalizzazione del Gruppo. Intendiamo poi diventare l’unico interlocutore per i principali operatori del settore, offrendo un servizio integrato e scalabile su tutto il territorio nazionale. E a lungo termine, vogliamo essere leader nella manutenzione dei mezzi elettrici e a idrogeno, anticipando le trasformazioni del settore e integrando soluzioni digitali avanzate per migliorare efficienza e sostenibilità. Se proseguiremo la nostra attività con le municipalizzate, continueremo a rivolgere la nostra maggiore attenzione nei confronti degli operatori legati alla logistica, considerando che oggi più del 50 per cento degli acquisti viene fatta su piattaforma, e il trend è previsto in crescita.
Su quali strategie si focalizzerà la sua azione?
Seguiremo tre direttrici principali. La prima, lavorare sull’espansione della rete di officine a livello nazionale e internazionale, per garantire una copertura capillare e diventare il riferimento unico per la manutenzione delle flotte. Sarà un’attività favorita dall’implementazione di partnership strategiche con i principali operatori del trasporto e della logistica, che ci permetterà di offrire servizi full service capaci di ridurre i tempi di fermo e migliorare la produttività dei mezzi. Seguiremo inoltre l’integrazione delle logiche ESG nel modello operativo, con un approccio basato su formazione del personale, tecnologie innovative e processi di economia circolare, il tutto per ridurre l’impatto ambientale delle attività di manutenzione: tra pochi giorni uscirà il nostro primo ESG Report, che ci darà indicazioni importanti su come ottimizzare l’azione nei prossimi mesi. Abbiamo l’ambizione di trasformare Gruppo Amati in un player nazionale, capace di supportare il settore in un momento di grande trasformazione tecnologica e normativa.

Report di sostenibilità sempre più importante anche nel trasporto, e per un numero sempre maggiore di imprese.
Esattamente, e anche per le aziende di trasporto, che siano pubbliche o private, esiste la questione della filiera: i nostri clienti possono essere anche compliant alla normativa, ma l’eventuale disallineamento del fornitore rispetto ai requisiti richiesti significa vanificare gli sforzi fatti internamente. Oltretutto non è solo un discorso di sostenibilità ambientale, ma esiste anche e soprattutto un tema di sostenibilità economica. Vogliamo considerare quanto impatti una cattiva manutenzione su un’azienda di trasporto, o gli elevati costi di un’officina meccanica interna? Oggi non ci si può più permettere di sostenerli e conviene esternalizzare, e possibilmente ad un unico partner, per eliminare dal tavolo i disagi di doversi confrontare con una molteplicità di interlocutori. Un’ultima considerazione: quando noi parliamo di manutenzione, a maggior ragione sui veicoli elettrici, parliamo di personale diplomato, masterizzato, in continua formazione. Il nostro lavoro richiede un’elevata competenza e, considerata la continua evoluzione tecnologica, potrà essere sempre meno improvvisato.
Lei ha una grande esperienza in tema di consulenza: quali crede che siano nel trasporto le maggiori resistenze verso la managerializzazione del settore, e quali le soluzioni?
Il settore dei trasporti è caratterizzato da un forte “nanismo aziendale”, con molte piccole realtà che faticano a evolvere verso modelli più strutturati. Le principali resistenze alla managerializzazione derivano da una scarsa cultura della gestione finanziaria e strategica, con aziende ancora organizzate in modo tradizionale e poco orientate all’innovazione, ma anche da oggettive difficoltà nell’attrarre competenze manageriali, poiché il settore è percepito come operativo e meno strategico rispetto ad altri comparti industriali. Senza dimenticare la resistenza al cambiamento e alla logica dell’outsourcing della manutenzione, nonostante la crescente complessità tecnologica dei mezzi. La soluzione è un cambio di paradigma: le aziende di trasporto devono concentrarsi sul loro core business, che sia servizio TPL, logistica, o distribuzione, e affidare la manutenzione a operatori specializzati. Il futuro credo che vedrà un passaggio sempre più netto dal make al buy, con le aziende che conserveranno solo personale dedicato alla manutenzione di primo livello, mentre le attività più complesse saranno affidate a specialisti come Amati, capaci di investire in formazione e innovazione tecnologica.

Chi scrive guarda sempre con grande simpatia una donna che con la sua competenza riesce ad avere successo professionale in un mondo tutto al maschile: ci fa un commento?
In Italia, le donne stanno finalmente conquistando il ruolo che meritano, frutto di un percorso lungo e non sempre semplice. Ricoprire certi ruoli ha rappresentato, a volte, una sfida in più: il mio percorso professionale è stato talvolta accompagnato da percezioni e pregiudizi che, per un periodo, ho faticato a lasciar scivolare via. Con il tempo, però, ho cambiato prospettiva. Oggi credo che ci siano tre cose che non dovrebbero mai turbare la nostra serenità: le persone, il denaro e il passato. Ho imparato a dare ascolto solo a chi stimo davvero e ad affrontare ogni difficoltà con uno sguardo diverso. Non vedo più gli ostacoli come muri invalicabili, ma come gradini da cui prendere slancio per raggiungere nuove vette.