Al volante del nuovo Renault Master nelle terre del barone di Montesquieu

2 Luglio 2024
6 mins read

Mettere alla prova il nuovo Renault Master sulle strade che conducono a Château Lafitte, alle porte di Bordeaux, significa confrontarsi con ben più di 40 anni di storia del gruppo automobilistico francese. Raggiunta la quarta generazione, dopo oltre 3 milioni di unità vendute in almeno 50 Paesi, l’aerovan della Losanga è in realtà l’erede diretto della Francia dei Lumi: l’evoluzione di quella ragione lucida e inarrestabile che nel 1748 prese il volo dalle pagine de “Lo Spirito delle Leggi” – capolavoro del barone di Montesquieu nato a una trentina di chilometri appena dall’azienda vitivinicola della famiglia Rothschild – per mettersi a correre su un veicolo quasi perfetto. 

Il furgone “ideale”

“Col nuovo Renault Master – ha infatti dichiarato Hélène Carvalho, responsabile del programma Renault Master – abbiamo cercato di avvicinarci il più possibile alla definizione del furgone ideale”. E come darle torto. Appena l’aerovan si offre allo sguardo nel suo inconfondibile color Blu Agave, geometricamente allineato nelle due versioni Diesel Blu dCi ed e-Tech Electric, la sensazione è di trovarsi al cospetto di un compagno robusto, sicuro e del tutto affidabile. Mostra un frontale maestoso, impreziosito dal nuovo logo Renault e dalla firma luminosa a forma di C, oltre che da fari Full Led di notevoli dimensioni, disposti intorno all’imponente griglia della calandra.

È però nella scioltezza aerodinamica dell’avvio che emerge subito il vantaggio del suo coefficiente di resistenza ridotto di oltre il 20 per cento, grazie al cofano corto, al parabrezza inclinato in avanti da 45 a 40 gradi e al tetto spiovente: “queste norme costituiscono un rapporto stabilito e costante” – riecheggia dai filari di vite una voce nasale e un poco altera. “Fra un corpo in moto e un altro in moto, tutti i movimenti vengono ricevuti, aumentati, diminuiti e cessano a seconda dei rapporti della massa e della velocità: ogni differenza è uniformità, ogni cambiamento è costanza”. Sono le parole esatte scritte nell’introduzione dell’opera del barone di Montesquieu. Uno scherzo del vento, sicuramente. Il nobile philosophe, passato alla storia per la teoria della separazione dei poteri dello Stato, è stato infatti sepolto 269 anni fa a Parigi, nel 1755, per quanto il suo corpo sia poi misteriosamente scomparso dalla chiesa di Saint Sulpice coi tumulti rivoluzionari di fine secolo. 

In connessione con il territorio

Fuori dal finestrino il sole risplende in una gradevole mattinata di primavera. Nell’aria, un leggero sentore d’uva. Inutile angustiarsi su vicissitudini d’altri tempi. Basta premere il pulsante d’accensione del Renault Master e-Tech, calcare lievemente l’acceleratore e il veicolo scivola via senza pensieri, silenziosissimo e morbido alla guida, ma ancor più nella rotazione calma del volante ereditato dalla gamma delle autovetture. L’itinerario di prova è un circuito di 98 km, della durata di circa due ore, che si snoda dalla cittadina di Yvrac verso Saint-Émilion, per poi ripiegare in direzione di Créon e ricongiungersi alla partenza nei pressi di Artigues-près-Bordeaux: corre nel cuore del dipartimento della Gironda, nella Nuova Aquitania, creato subito dopo la rivoluzione francese.

Non presenta grandi difficoltà, perché i territori circostanti sono quasi tutti a vocazione agricola, bagnati dalle suggestive acque della Dordogna e della Garonna. Per uno strano scherzo del destino, sfiorando il display da 10” connesso alla plancia del conducente a forma di S, appare all’improvviso la località di La Brède, il luogo natale del barone dove tutt’oggi si staglia il suo meraviglioso castello turrito. Il cuore palpita, ma non c’è alcunché di anormale. Fu Montesquieu  stesso ad affermare: “le leggi sono i rapporti necessari che derivano dalla natura delle cose”: è il sistema multimediale OpenR Link a proiettare lo schermo dello smartphone sul display, quando il telefonino viene collegato via cavo o wireless con Apple Car Play, così come con Android Auto. Essendo integrato con Google, non ha difficoltà a visualizzare eventuali ricerche rimaste salvate e quella segnalazione ne è la semplice dimostrazione. Il castello è però davvero vicino. Una trentina di chilometri più a sud dell’itinerario suggerito. 

Un van che pensa da sé

Buffo pensare che l’autore “De L’Esprit des Lois” stia attirando a sé il Renault Master, mosso magari dal desiderio d’indagare i vantaggi della sua versione elettrica rispetto a quella a gasolio. Grazie all’assistente virtuale in vivavoce sarebbe possibile attivare da remoto non solo alcune funzioni del veicolo, ad esempio la climatizzazione o lo spannamento, ma coinvolgerlo nell’itinerario di guida mediante la registrazione di un account Google su OpenR Link, lasciandosi così suggerire il percorso migliore. Meglio mettere un freno.

Dotato già di 20 sistemi avanzati di assistenza alla guida, il Renault Master pare ormai quasi gestirsi da sé: lungo la superstrada inserisce quatto quatto l’Intelligent Speed Assist, togliendo potenza all’accelerazione per obbligare a rispettare i limiti di velocità. Ancora una volta, è lo spettro del barone a insinuarsi fra i comandi: “Il mondo intelligente è lungi dall’esser ben governato come lo è il mondo fisico: perché quantunque abbia anch’esso leggi, invariabili per natura, non le segue costantemente come il mondo fisico segue le sue. E ciò perché i singoli esseri intelligenti sono, per loro natura, limitati e quindi soggetti all’errore; e d’altra parte è proprio della natura loro che operino da sé medesimi. Essi non obbediscono dunque costantemente alle leggi primitive; e perfino non sempre seguono quelle fatte da loro stessi”. 

La sicurezza sta nel calcolo e nella misura

Sì, c’è da scommettere che Montesquieu sarebbe stato un sostenitore delle guida supportata dal maggior numero possibile di Adas, se fosse vissuto oggi: stabilizzazione laterale, frenata automatica di emergenza, trailer assist. Tutte voci che interpretano al meglio lo Spirito delle Leggi, cioè i rapporti necessari che derivano dalla natura delle cose. Per la stessa ragione avrebbe preferito la versione del Master 100 per cento elettrico, sia da 96 che da 105 kW, confidando nell’esatta calcolabilità dell’autonomia delle batterie (180 km per il modello 40 kWh e oltre 410 km per quello a 87 kWh), ma anche nella possibilità di calibrare perfettamente lo scambio energetico con le infrastrutture di supporto attraverso le future tecnologie Vehicle to Load e Vehicle To Grid.

A bordo del Renault Master tutto sembra fatto per lo studio e la misura, visto che la nuova configurazione riduce del 25 per cento i consumi di elettricità e abbassa le emissioni di CO2 di 39 g/km. Punti lo sguardo sulla plancia e trovi molteplici vani portaoggetti. Lo alzi e appare un vano sottotetto (un po’ strettino, però, per lasciarci eventuali oggetti da lavoro); guardi di lato e appaiono tasche a due livelli nelle porte. Occhio e croce, sono nell’insieme 135 litri di capacità. Quasi quasi viene da sorridere quando ci si accorge che il portabevande integrato agli specchietti laterali ostacola leggermente la vista in caso di utilizzo di bottiglie capienti. Infine una sbavatura. Un segno di umanità in un abitacolo a dir poco perfetto, in grado di offrire spazi notevoli sia in altezza che in profondità, con una visione panoramica estesa ovunque. Persino la restituzione delle videocamere puntate sul retro dei veicolo risulta iper-realistica per proporzione delle misure. 

Nato per i centri urbani

All’improvviso, un imprevisto. Nel far manovra sul lungofiume di Arveyres, un tempo feudo dell’Ordine dei Templari di San Giovanni di Gerusalemme, il Renault Master è costretto a imboccare una serie di vie a senso unico che tradiscono la loro origine medioevale. Nonostante il modello scelto sia quello di dimensioni da 5,57 metri di lunghezza e 10,8 metri cubi di volume, dunque inferiore al veicolo da 6,22 metri e 12,4 metri cubi di capienza, il passaggio nel centro storico impone un notevole senso della misura, agevolato più che altro dalla flessibilità del diametro di sterzata, pari a 1,5 metri. Un fattore da tenere ben presente nel caso si dovesse operare in borghi per l’ultimo miglio, anziché in piccoli centri urbani. Analogamente l’ottima resa energetica, che prevede consumi WLTP di 21 kWh/100 km nella versione elettrica dotata di batteria da 87 kWh, viene a stemperarsi se il mezzo è costretto a lunghi tratti accelerati e spezzati (avendo oltretutto a bordo un pallet da 400 kg su carico utile massimo di 1.625 kg). A parità di tragitto, la performance migliore in termini di risparmio spetta ancora ai modelli termici (1,5 l/100 km con potenze da 105, 130, 150 e 170 cv). 

Una nuova filosofia di guida

Il dato è emerso in modo lampante quando il Renault Master è uscito dal circuito suggerito e, cimentandosi in un percorso meno regolare dopo un lungo tratto di superstrada, ha raggiunto l’ingresso al castello di La Brède. Gira e rigira, doveva infatti capitare: presentarsi alla dimora è una riaffermazione di indipendenza rispetto a quel persistente determinismo entro cui, ancor oggi, i principi del barone di Montesquieu provano a racchiudere i movimenti e gli spostamenti dell’uomo. Separata da una lunga staccionata e immersa in un parco solitario, l’elegante abitazione manca in realtà del punto di vista che il Renault Master offre a chi voglia trasformalo in uno studio mobile di filosofia dei trasporti: ripiegando lo schienale del sedile centrale dell’abitacolo è possibile infatti ricavare  un tavolino da lavoro o di scrittura, alla portata del quale sono anche prese Usb-c predisposte per alimentare dispositivi elettronici.

Dobbiamo ammetterlo. La tentazione di imbucare una lettera postuma al barone è stata forte, desiderando ricordagli che la vita è una strada di cui non si conosce né la partenza, né l’arrivo. Abbiamo però desistito, perché ritrovandoci in mano il suo testo abbiamo scoperto la risposta con cui avrebbe messo a tacere noi, così come chi volle all’indice “Lo Spirito delle Leggi”: “in un’epoca d’ignoranza, non si ha nessun dubbio nemmeno quando si fanno i maggiori mali; in un tempo illuminato, si trema anche quando si fanno i maggiori beni”. Chilometro più, chilometro meno d’autonomia, il Renault Master ha comunque superato egregiamente la prova in entrambe le sue versioni. E tanto basta. 

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