Prometeon: quel patto di fiducia che ci lega da sempre ai nostri clienti

1 Dicembre 2024
2 mins read

Roberto Righi e il suo team hanno ospitato in Turchia, dove si trova il maggiore tra i quattro stabilimenti produttivi del brand, nonché uno dei centri di ricerca e sviluppo dell’azienda, clienti, partner e stampa per celebrare la svolta strategica di un percorso di grande successo.

Un evento intenso e ricco di contenuti, quello organizzato da Prometeon per celebrare il debutto come brand “autonomo” e definitivamente sganciato dal mondo Pirelli. Un momento di passaggio che il costruttore di pneumatici per i settori Industrial, Agro e OTR, impostosi sul mercato a partire dal 2017 prima con la Serie 01 e poi con la Serie 02, famiglia che porta oggi il marchio Prometeon impresso sul fianco della gomma, ha voluto sottolineare invitando oltre 400 persone, tra clienti e stampa di tutta Europa, nel Paese che ospita uno dei suoi quattro impianti di produzione: la Turchia. 

I veicoli, gommati Prometeon, di Claudio Bellina, titolare di Italtrans, e Martin Macík: la Dakar si avvicina

Dunque base nella magica Istanbul per i momenti istituzionali, con due “gite” significative. La prima verso lo stabilimento di Izmit, il più grande dell’universo Prometeon, ma anche il maggiore impianto produttivo di pneumatici della Turchia, dalle cui linee hanno iniziato ad essere sfornati proprio in queste settimane i nuovi Serie 02, e in particolare le nuove applicazioni regionali R02 Proway e R02 Proway M1. Dedicata quest’ultima proprio al mercato turco, dove le condizioni di temperatura e di utilizzo mettono a dura prova le gomme, le cui specifiche necessitano quindi di mescole e strutture rinforzate, la R02 Proway è invece pensata per le esigenze delle flotte europee e la loro necessità di ottimizzare i costi di esercizio, proponendo un ottimo bilanciamento tra chilometraggio, durata e sostenibilità. Ovviamente si tratta di prodotti che beneficiano della messa a punto del pacchetto tecnologico lanciato sulla Serie 02 nel 2022, frutto di un intenso programma di ricerca e sviluppo che ha visto oltre 6.000 pneumatici testati e più di 200 milioni di chilometri percorsi in tutte le condizioni climatiche e stradali. Un lavoro titanico (per rimane in tema) di sviluppo che ha portato ad un miglioramento, rispetto alla Serie 01, del 15 per cento sul chilometraggio, del 15 per cento in robustezza, del 20 per cento in tema di sostenibilità, e del 20 per cento quando si parla di ricostruibilità. 

Sede di uno dei centri di ricerca e sviluppo dell’azienda, lo stabilimento di Izmit, fondato nel 1960, è stato rinnovato e modernizzato nel 2021 e oggi impiega 2 mila persone con una capacità produttiva annuale di circa 1 milione 850 mila pneumatici, più del 50 per cento dei quali viene esportato in 87 Paesi, principalmente europei. Una fabbrica moderna, sulla quale negli ultimi sette anni Prometeon ha investito più di 185 milioni di euro, ottenendo processi di produzione che rispettano severi criteri di efficienza energetica, suggellati dalla certificazione ISO 50001 e dalla ISCC Plus, che attesta la provenienza di parte dei materiali utilizzati da fonti bio, bio-circular e circular. Un’impostazione, quella della fabbrica, coerente con la strategia green di Prometeon che al recente IAA Transportation di Hannover ha presentato il nuovo pneumatico dedicato al trasporto Coach, il Prometeon C02, il primo in classe A di resistenza al rotolamento, prodotto con l’80 per cento di materiali riciclati e certificati o provenienti da fonti rinnovabili.

Roberto Righi e Martin Macík

Tornando all’evento, la seconda escursione ha visto il gruppo raggiungere l’Istanbul Park Circuit, già sede del Mondiale di Formula 1, dove il brand ha dato l’opportunità ai partecipanti di testare i truck equipaggiati con i propri pneumatici sia su pista sia in off-road. In particolare, chi scrive ha avuto il piacere di vivere un’esperienza indimenticabile in fuoristrada, ospite del truck di Martin Macík, vincitore della Dakar 2024, di cui Prometeon è da quest’anno fornitore ufficiale.

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