Secondo l’analisi condotta da Uniontrasporti (con la consulenza tecnico scientifica di Openeconomics), il Ponte sullo Stretto nel tempo produrrà più benefici superiori ai costi. Lo studio analizza, seguendo i principi guida dettati a tal fine dalla Comunità Europea, i costi e i benefici generati da una delle opere più importanti previste dal piano di investimenti infrastrutturali del Governo nell’ambito della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) e, in particolare, del completamento del corridoio “Scandinavo-Mediterraneo”
Tutti i numeri sul Ponte sullo Stretto
I vantaggi apportati dall’infrastruttura, al netto dei suoi costi, vengono espressi in termini monetari mediante il VANE (Valore Attuale Netto Economico), e risultano positivi per più di 1,8 miliardi di euro, con un rapporto benefici costi di 1,2.
Questo è, in sintesi, l’impatto che il Ponte sullo Stretto potrà portare sull’ecosistema economico e sociale italiano, calcolando i vantaggi per il tessuto produttivo e turistico di tutta l’area, per la logistica, il traffico passeggeri e merci, al netto dei costi sostenuti dal sistema paese. Già durante la fase cantieristica l’opera sarà in grado di apportare un contributo di 23,1 miliardi al PIL, creare 36.700 posti di lavoro stabili e alimentare con 10,3 miliardi complessivi di euro le entrate fiscali nelle casse dello Stato.
I benefici in termini di PIL e non solo
Oltre a Calabria e Sicilia, direttamente interessate dalla costruzione, i maggiori benefici in termini di PIL si avranno in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto grazie all’attivazione di catene di fornitura presenti sui relativi tessuti produttivi. Mentre saranno manifattura, costruzione e servizi alle imprese i settori maggiormente attivati dal maxi-cantiere, con un forte indotto indiretto sui servizi alle persone e quelli diretti alla Pubblica amministrazione. Già in questa fase il gettito di entrate fiscali atteso nelle casse dello Stato è pari a 10,3 miliardi di euro che si tradurranno in spese e servizi a favore della collettività.
A fronte di un investimento attualizzato pari a 9.083 milioni di euro, i benefici complessivi dell’opera a regime sono stati calcolati in 10.931 milioni di euro, con un valore economico netto (VANE) a favore del sistema paese pari a 1.848 milioni di euro. Lo studio valuta la solidità delle sue conclusioni sottoponendole ad un’analisi di sensitività, tenendo cioè conto delle possibili variazioni nel tempo, anche in negativo, dei vari parametri utilizzati. E sottopone l’opera anche ad un’analisi del rischio economico che è risultata positiva nel 70% dei casi, evidenziando un grado di rischiosità assolutamente non elevato, e comunque attenzionato.