Una Regione virtuosa che destina al trasporto risorse ingenti: nel 2024 da Palazzo Lombardia sono stati stanziati quasi 650 milioni di euro, di cui 200 per la gomma, per garantire i servizi di trasporto pubblico locale. Ma quello della squadra di Attilio Fontana è anche un impegno concreto nei confronti del trasporto merci, con progetti avviati che parlano di intermodalità e di sostenibilità. Ne abbiamo parlato con Franco Lucente, Assessore ai Trasporti e Mobilità Sostenibile Regione Lombardia, che ci ha regalato una bella panoramica di quanto è stato già fatto, e delle iniziative che stanno per essere concretizzate a vantaggio di passeggeri e merci.
Franco Lucente, iniziamo dal TPL, qual è l’importanza di Regione Lombardia nello scenario nazionale del trasporto persone?
Quello di cui mi occupo è uno dei settori più importanti nel quadro politico ed economico della nostra Regione, perché parla ad un pubblico molto ampio: il mio assessorato non lavora solo rivolgendosi ai dieci milioni di cittadini lombardi, ma parla al resto del mondo, se pensiamo a tutti i turisti che arrivano ogni anno per visitare il nostro territorio. E non parliamo soltanto di treni e autobus, visto che la mobilità in Lombardia è ben organizzata anche attraverso, ad esempio, navi e tutti i servizi di sharing. Dare un buon servizio per noi è il punto da cui partire, ma siamo in costante movimento, avendo avviato ingenti investimenti nel cambio della flotta sia dal punto di vista delle ferrovie che dal punto di vista della strada. Abbiamo recentemente, per fare un esempio, lanciato 18 nuovi autobus su alcune tratte in provincia di Bergamo, tutti ad emissioni ridotte.
Si parla spesso di insoddisfazione dei passeggeri nei confronti del trasporto pubblico, soprattutto ferroviario. Si ritrova in questa affermazione?
A livello di treni regionali abbiamo un tasso di puntualità che tocca l’82-83 per cento: potremmo sicuramente fare molto di più, e con il nuovo contratto di servizio siglato con Trenord vorremmo raggiungere un tasso di puntualità del 90 per cento. Trasportiamo sui treni 780.000 passeggeri al giorno, e con il nuovo contratto intendiamo arrivare a un milione. Insomma, come dicevo si tratta di un traffico notevole, e non dimentichiamo il flusso in arrivo sui nostri aeroporti: a Malpensa abbiamo avuto quasi 20 milioni di passeggeri lo scorso anno.
Qual è la posizione di Regione Lombardia nei confronti della transizione energetica?
Non siamo sostenitori accaniti di una anziché di un’altra tecnologia: l’elettrico va benissimo, ma non chiudiamo le porte ai biocarburanti, e neanche all’idrogeno. L’aspetto che ci interessa maggiormente in questo momento – e qui sfacciò riferimento ai biocarburanti e all’HVO – è la possibilità di convertire il mezzo nell’utilizzo nell’immediato, e generare subito quell’incremento di sostenibilità di cui le nostre città hanno bisogno. Parlando di ferro, abbiamo acquistato 14 treni ad idrogeno che verranno messi a servizio su una tratta di 100 chilometri tra Brescia, Iseo e Edolo: il primo è già stato inaugurato lo scorso ottobre, si tratta del primo in Italia e del secondo in tutta Europa, ma naturalmente, quando si parla di idrogeno, soprattutto in riferimento alla gomma, serve anche la realizzazione delle opere infrastrutturali. Stiamo infatti sviluppando questa forma di trazione all’interno degli aeroporti, e a Malpensa creeremo una stazione di ricarica proprio ad idrogeno. Quanto al trasporto merci, il nostro obiettivo è creare un sistema intermodale che renda il traffico più agevole, facendo i conti con la circostanza che purtroppo, per la morfologia del territorio della nostra nazione, spesso non si tratta di una soluzione di facile attuazione. Ma piano piano, iniziativa dopo iniziativa, stiamo progredendo anche su questo fronte: abbiamo sviluppato nel porto di Mantova un sistema intermodale che consente al treno di arrivare al porto e caricare merci nel quadro di una navigazione che vorremmo fosse incentivata per poter risalire il Po anche verso Venezia. Abbiamo in essere con il PNRR la realizzazione del quadruplicamento della linea Milano-Genova che porterà ad avere collegamenti ogni 50 minuti. Vogliamo potenziare le linee anche per essere più competitivi a livello internazionale, viste le difficoltà dei valichi alpini: a causa di questi imbuti l’Italia perde ogni anno 150 milioni di euro, non è più tollerabile, e quindi sia il Governo sia Regione Lombardia devono lavorare per trovare soluzioni.
Ci sembra una posizione differente rispetto a quella del Comune di Milano…
Quello che non condivido è la politica di restrizioni: migliorare l’impatto della mobilità sull’ambiente non necessariamente significa imporre divieti perché l’evoluzione tecnologica è veloce, ma non è concepibile che le aziende possano assecondarla in tempo reale. Faccio un esempio: parlando di autobus turistici ho avuto una divergenza di vedute con Palazzo Marino che negava l’accesso in area C ad alcuni veicoli perché non Euro 6. La consegna era slittata per problemi di produzione, ma non c’è stato modo di far capire che è un male per la Regione, e anche per la città di Milano il fatto che arrivi un autobus di turisti e non si riesca a farlo arrivare in centro solo perché non è un euro 6.
Qual è lo stato dell’avanzamento dei lavori in tema di bigliettazione digitale?
Si tratta di un obiettivo che ci siamo posti e che vorremmo realizzare nel giro di un anno, massimo un anno e mezzo, per essere la prima Regione in Italia ad offrire questo servizio importantissimo, e soprattutto per essere competitivi col resto del mondo. Per farlo dobbiamo dare la possibilità a cittadini e turisti di poter viaggiare liberamente su qualsiasi mezzo pubblico senza dover scaricare cento app diverse per ogni tratta. Immagino un turista che arriva in Italia: con una sola applicazione potrebbe essere riconosciuto e pagare il viaggio effettivamente consumato. Sembra facile da realizzare nell’epoca della transizione digitale, ma in realtà per estendere questo sistema a tutta la Regione serve un’organizzazione complessa, facilmente intuibile anche pensando solo alla ripartizione dei costi del biglietto. Ma abbiamo già avviato un percorso con la Direzione Generale Trasporti perché si possa studiare insieme il meccanismo e dare la possibilità a tutte le province della Lombardia di allinearsi.
Quali sono le prossime frontiere del trasporto pubblico?
Le menziono una sperimentazione in atto sulla provincia di Bergamo, che prevede che i tassisti nelle ore di riposo possano svolgere servizio di trasporto a chiamata ad un costo pari a quello dell’autobus. In questo modo riusciamo a servire una fascia che è sempre stata sacrificata nel mondo del trasporto pubblico, e penso soprattutto alle persone che dai paesi devono raggiungere i capoluoghi di provincia in orari che non coincidono con quelli delle categorie più importanti, studenti e lavoratori.
Ci sono cambiamenti in atto anche sul fronte normativo?
Abbiamo già iniziato un percorso di modifica della 6/12, la legge regionale che disciplina il trasporto pubblico locale in Lombardia: risale a più di dieci anni fa e oggi è necessario aggiornarla in considerazione dei notevoli cambiamenti intervenuti in questi anni. Il percorso intrapreso ci porterà anche a modellare un sistema di governance delle agenzie di tpl che le veda più omogenee anche sul fronte delle gare, auspicando che tutte partano allo stesso livello con lotti ben individuati.