Secondo il sondaggio realizzato dal Digital Supply Chain Institute, e pubblicato su Logistics Viewpoints, nel settore della logistica il 60% delle organizzazioni non ha una chiara definizione delle priorità in ambito ESG né a breve né a lungo termine.
E del 40% che resta, per cui i valori ESG rappresentano una priorità, il 19% considera la governance come area principale, il 15% dà priorità all’ambiente e solo il 6% al sociale. Non solo. Nonostante il 62% degli intervistati per il sondaggio ritenga gli indicatori ESG rilevanti, solo il 43% li utilizzano come criterio nella selezione dei fornitori, mentre il 20% non li considera.
Lo stato attuale degli indicatori ESG nella gestione della supply chain
Dunque, tutti numeri che si traducono nella mancanza di un impegno equo sui tre pilastri ESG, e nella necessità di una strategia di sostenibilità comune al fine di guidare la crescita del settore. D’altronde lo scopo del sondaggio è di comprendere lo stato attuale degli indicatori ESG nella gestione della supply chain e di identificare le tendenze emergenti che plasmeranno il futuro del settore.
È quanto emerge da una serie di approfondimenti sulle testate internazionali condotto da Espresso Communication per Tiaki Logistics (tiakilogistics.com), la prima piattaforma che promuove lo sviluppo sostenibile dell’intera filiera in maniera equivalente dal punto di vista ambientale, sociale e di governance creata da EETRA srl SB, società di consulenza specializzata sulla gestione degli indicatori ESG, con il supporto di Assologistica.
A Padova il Green Logistics Expo (9-11 ottobre)
Gli esperti del settore si incontreranno a Padova, in occasione della Green Logistics Expo, in programma dal 9 all’11 ottobre, dove Tiaki Logistics sarà presente con uno stand dedicato. E successivamente al Richmond Logistics forum in programma a Rimini dal 16 al 18 ottobre. Molte problematiche che stanno emergendo nel settore della logistica derivano spesso dalla non corretta gestione delle esternalizzazione delle attività lavorative.
Si rende necessario un efficace processo di verifica della sostenibilità (non da ultimo sociale) e genuinità nelle esternalizzazioni soprattutto anche alla luce delle sempre più diffuse contestazioni, nel settore, di intermediazione di manodopera e somministrazione irregolare, per arrivare, nei casi più estremi, all’accusa di caporalato e sfruttamento dei lavoratori.
Il tutto allo scopo di fornire uno strumento di valutazione e selezione dei fornitori nonché una prima verifica sul livello di rischio cui si assestano gli operatori del mercato in merito alla genuinità dei contratti di appalto, allineato alle normative e ai protocolli vigenti, qualificando i partner con un’attestazione di qualità e supportandoli nella creazione di filiere sostenibili e socialmente responsabili. In definitiva promuovendo la gestione responsabile di tutta la Value Chain.