IVECO e CNR: decarbonizzare il settore della raccolta rifiuti con il biometano

Dallo studio condotto emerge che il bio-CNG si conferma la soluzione ideale per la raccolta rifiuti, costituendo un perfetto esempio virtuoso di economia circolare dal pozzo alla ruota
10 Luglio 2024
1 min read
biometano

IVECO e CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) hanno promosso uno studio sugli impatti ambientali dell’uso del biometano compresso derivante dalla frazione organica del rifiuto solido urbano (FORSU) confrontandolo con combustibili tradizionali (diesel e gas naturale compresso) impiegati in veicoli adibiti alla raccolta di rifiuti in ambito urbano.

Il mercato italiano come campione per lo studio

Lo scenario di riferimento per lo studio – condotto dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR – è stato il mercato italiano, caratterizzato da una distribuzione elevata e capillare di stazioni di rifornimento per il CNG dovuta all’alto numero, tra i primi in Europa, per il numero di veicoli alimentati a metano.

L’analisi svolta è stata di tipo Well-to-Wheel (dal “pozzo alla ruota”) e ha preso in considerazione gli impatti della produzione e dell’uso di un carburante, senza invece tenere conto della costruzione o manutenzione degli impianti e delle infrastrutture, in modo da avere una comparazione pura dei carburanti stessi. Quest’analisi ha approfondito il contributo della cattura della CO2 sulla filiera di produzione e il contributo del mix energetico utilizzato per alimentare i diversi processi industriali.

Il biometano può ridurre i gas climalteranti fino al 96%

Dai risultati dello studio emerge il ruolo potenzialmente determinante del biometano compresso per la decarbonizzazione del settore dei trasporti e per la riduzione dell’inquinamento atmosferico in ambito urbano. Nel settore analizzato, infatti, il biometano compresso può portare a una riduzione dei gas climalteranti fino al 96% rispetto al diesel, e una riduzione delle emissioni di ossidi di azoto fino al 72%.

Queste forti riduzioni possono infatti contribuire al contenimento delle emissioni clima-alteranti e inquinanti, in linea con le strategie di sostenibilità dei trasporti adottate a livello nazionale ed europeo.

Tra tutti gli scenari esaminati, i risultati migliori sono stati ottenuti ipotizzando che tutti i passaggi della filiera di produzione del biometano compresso, quindi dalla gestione della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) alla digestione anaerobica, all’upgrade, alla cattura della CO2, alla compressione del biometano e al rifornimento dei mezzi, avvenissero nello stesso sito, alimentando tutti i processi attraverso energia prodotta dalla combustione di biogas prodotto sempre in loco.

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