Quello delle grandi opere infrastrutturali è un tema sempre attuale, perché la realizzazione degli interventi è stata spesso vista come un volano per l’economia, oltre che un modo per rendere più efficiente e moderno il paese.
Tuttavia, il completamento di queste infrastrutture si rivela spesso complesso, sia per difficoltà legate all’iter di progetto che per la mancanza di risorse. Proprio per questo motivo, una parte importante dei fondi provenienti dal piano nazionale di ripresa e resilienza è stata destinata a tale scopo.
Riduzione del valore totale dei progetti PNRR
Una recente relazione curata dal servizio studi della camera ci aiuta a fare il punto della situazione su questo fronte. E un primo elemento che emerge dal documento è la significativa riduzione del valore totale dei progetti finanziati dal Pnrr a seguito della sua revisione.
Tra i motivi che hanno portato alla scelta di togliere alcune opere strategiche dal perimetro del Pnrr vi è certamente l’impossibilità di concluderle entro il 2026, termine ultimo del piano. Il governo ha assicurato che tutti i progetti definanziati saranno realizzati ugualmente con fondi alternativi. Però è comprensibile come questa riformulazione ponga alcuni dubbi: sia con riferimento alle tempistiche di realizzazione – non più certe – che alle effettive capacità di finanziamento.
Fondi più alti per le ferrovie
In ogni caso, il primo elemento particolarmente rilevante che emerge dall’analisi è che il perimetro delle opere finanziate con il Pnrr si è sensibilmente ridotto a seguito delle varie revisioni del piano. Si passa infatti da interventi per un costo totale di 132,7 miliardi di euro a un importo di 82,8 miliardi (non tutti necessariamente finanziati dal Pnrr). Inoltre, dal momento che il report è aggiornato al 30 giugno 2024, non sono da escludere ulteriori variazioni in seguito all’ultima modifica del Pnrr approvata. I fondi Pnrr stanziati al 30 giugno ammontavano a circa 27,8 miliardi.
Quelli provenienti dal Pnc erano 16,2 miliardi mentre quelli messi a disposizione dal fondo per lo sviluppo e la coesione erano 4,6 miliardi. Per quanto riguarda le aree di intervento, l’importo complessivo più alto (considerando il valore totale dei progetti che rientrano nelle programmazioni di interesse) è destinato alle ferrovie (circa 54,2 miliardi). Seguono strade e autostrade (9,9 miliardi), sistemi urbani (9,6 miliardi) e porti e interporti (6,5 miliardi).
Le infrastrutture più rilevanti
Le infrastrutture strategiche monitorate sono in totale 56. Molti di questi interventi non saranno realizzati attraverso un’unica opera ma in più lotti. Per questo a un’infrastruttura strategica possono corrispondere anche più Cup (codice unico di progetto) e quindi molteplici progetti. In base alle informazioni disponibili, le 3 opere più rilevanti dal punto di vista dell’importo riguardano infrastrutture ferroviarie. Si tratta nello specifico della realizzazione dell’alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria (oltre 14 miliardi), del nodo di Genova e del terzo valico dei Giovi (8,7 miliardi) e dell’alta velocità tra Verona e Padova (6,7 miliardi). Queste 3 opere sono anche quelle che assorbono la maggior quota di fondi Pnrr-Pnc-Fsc assegnati.
Lo stato di avanzamento
Soffermandoci sulle opere finanziate del tutto o in parte con i fondi del Pnrr possiamo osservare che nell’81,3% dei casi i cantieri sono già partiti. Tuttavia, la fonte informativa primaria per valutare lo stato di avanzamento del PNRR è rappresentata dalla piattaforma ReGiS che, però, continua a presentare criticità per la presenza di informazioni tra loro non sempre coerenti e per i ritardi che ancora sussistono nella registrazione delle singole operazioni. Ad esempio ci sono alcune opere ancora presenti su Regis che però non hanno più accesso ai fondi del piano.