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Emanuele Orsini, Confindustria: nelle sue parole il pensiero della grande committenza

Emanuele Orsini, presidente di Confindustria da poco meno di due mesi, ha risposto alle domande di Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore
28 Maggio 2024
4 mins read

A chiusura delle quattro giornate del Festival dell’Economia, che quest’anno ha chiesto a tutti gli ospiti di cimentarsi sul tema “Quo Vadis, i dilemmi del nostro tempo”, Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria dal 4 aprile 2024, ha risposto alle domande di Fabio Tamburini, Direttore de Il Sole 24 Ore. Questa la sintesi dell’Orsini pensiero, da considerare rilevante per il nostro settore in quanto portavoce, anche, della grande committenza delle imprese di trasporto e logistica.

Orsini: “Unità, dialogo e identità

“Una Confindustria unita e forte è un bene per il Paese, unita nel dialogo: abbiamo la necessità di ascoltare tutte le imprese, i territori, le categorie, per fare sintesi. Penso al mondo dell’energia. Ci sono i produttori e dall’altra parte i consumatori. Penso alla logistica, ai trasporti e a chi utilizza i trasporti. Mettere assieme le parti vuol dire essere più forti come sistema Paese. L’altro concetto è identità, ovvero riuscire a sentirsi parte di un progetto: anche l’ultimo associato appena entrato in una categoria o all’interno di un’associazione”.

Unione Europea, transizione ecologica, competitività

“Stiamo arrivando alle elezioni europee. Chi ci rappresenterà dovrà avere un atteggiamento diverso. Già nel 2018 due imprenditori su tre si dichiaravano vicini all’ambiente. Quello che però noi non possiamo accettare è una politica anti-industriale. Penso alla normativa sul packagin: per noi è fondamentale che le nostre merci possano viaggiare senza problemi. Altro tema per noi di massima rilevanza: lo stop al 2035 del motore endotermico non può esistere.

Dietro al motore endotermico c’è una filiera importantissima. E poi, oltre a questo, e all’alto costo della transizione – circa 1.100 miliardi – si tratta della nostra competitività. Dobbiamo avere una Commissione europea che abbia non un’ideologia anti-industriale, ma che sia pro-industriale, con politiche industriali, economiche, europee che siano a sostegno dell’industria. Indebolire l’industria crea un problema sociale, economico, di posti di lavoro. Le nostre imprese devono rimanere competitive rispetto alle imprese cinesi o asiatiche”.

L’energia

“Con l’incremento del costo dell’energia, abbiamo compreso come l’indipendenza energetica del Paese sia fondamentale, e che il mix energetico debba essere ritenuto la via maestra. Penso alla competitività europea. In Spagna oggi gli imprenditori pagano 14 euro/mWh, in Italia l’energia mediamente costa 86 euro/mWh. Confindustria ritiene che il nucleare di ultima generazione sia sicuro, e possa favorire le imprese, purché con una rete elettrica nazionale e non privata, a garanzia della sicurezza del Paese”.

Occupazione e competitività

“L’occupazione in Italia nell’ultimo anno e mezzo è cresciuta significativamente, però è rimasta inchiodata al palo la competitività. Quali sono le cause per cui l’industria manifatturiera italiana ha avuto difficoltà e quali sono le condizioni da creare affinché possa ritrovare slancio? I due principali conflitti impattano negativamente certo, però è anche vero che l’Italia sta viaggiando molto bene nelle esportazioni, nonostante la crisi di un Paese importatore dei nostri prodotti come la Germania. È la domanda interna che sta soffrendo, anche per colpa degli investimenti, che sono in frenata“.

Dall’Industria 4.0 a quella 5.0

“Abbiamo superato il Covid, la crisi energetica, l’aumento del costo delle materie prime. Stiamo cercando di superare le difficoltà derivanti dai due conflitti geopolitici. Industria 4.0 è stato un valore enorme al sostegno delle imprese. Ma per passare a Industria 5.0 servono i decreti e investimenti: siamo a fine maggio, ce la faremo ad avere i decreti attuativi e i relativi incentivi entro l’estate? Abbiamo bisogno di una visione prospettica di almeno cinque anni”.

Superbonus 110%

“Il Superbonus 110% è una misura che è stata creata post-Covid per accelerare la ripresa e che ha portato a termine il suo compito. Dobbiamo dire la verità, anche io sono uno di quelli che lo ha sostenuto, ma era una misura pensata in un modo e poi cambiata ben ventidue volte. Oggi tutti noi siamo d’accordo nel volerlo terminare, ma dobbiamo dare la possibilità alle imprese di finire i lavori. Questo vuol dire certezza del diritto: le imprese devono potersi fidare delle istituzioni”.

Intelligenza artificiale

“A trattare l’argomento intelligenza artificiale – precisa Orsini – parlando solo dei rischi si corre il rischio di diventare il fanalino di coda dell’innovazione dopo Stati Uniti, Cina, e tutta l’Asia. L’intelligenza artificiale può essere un valore fondamentale della nuova rivoluzione industriale, dovrà essere il supporto tecnologico alla crescita delle imprese”.

Lavoro: salario minimo

“Non è un problema di Confindustria il salario minimo. Il tema che dobbiamo invece affrontare è quello del lavoro nero. I contratti devono essere sani, la rappresentanza dei lavoratori riconosciuta e compatta. Noi abbiamo bisogno di avere un confronto con una rappresentanza compatta”.

Lavoro: domanda e offerta

“Oggi la carenza dei lavoratori – risponde Emanuele Orsini – determina una produzione mancata di circa 38 miliardi di euro. Per noi questo è un tema importantissimo, collegato a quello della formazione dei giovani. È fuori discussione che manca e mancherà sempre di più capitale umano. Per questo è necessario ragionare con criteri diversi sul tema dell’immigrazione. Da vivere non più attraverso la lente dello scontro ideologico, ma come un’opportunità. Tante professioni rischiano di sparire per la mancanza delle risorse umane che servono a portarle avanti”.

Un Piano Casa

“Stiamo lavorando a una proposta di Piano Casa per i nostri dipendenti, per i nostri lavoratori, che presenteremo presto al Governo. Un piano che vada a vantaggio dei giovani che lavorano all’interno delle aziende. Sappiamo benissimo che il costo di un affitto oggi è molto alto.

Pensiamo, ad esempio, ai lavoratori stranieri che vengono in Italia, e che sono formati all’interno delle nostre aziende. Sono persone che devono essere integrate, anche con un alloggio che sia economicamente sostenibile. Non possiamo permetterci che vengano a lavorare da noi, inviino i soldi nel loro paese, e dopo quattro o cinque anni tornino a casa. Dobbiamo fare in modo che possano restare da noi”.

Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, la bio

Nato a Sassuolo nel 1973. Dal 2013 presidente di Assolegno. Dal 2014 è amministratore delegato di Sistem Costruzioni, azienda leader nel settore dell’edilizia in legno e della logistica industriale, capofila di un gruppo di altre 10 società. Nel 2013 assume la carica di Vice Presidente di Unicredit Leasing, Società del Gruppo UniCredit tra i leader in Italia nella locazione finanziaria per diventarne Presidente dal 2018 al 2021.

Dal 2017 presidente di FederlegnoArredo. Nello stesso anno entra nel Consiglio Generale di Confindustria e nel Gruppo Tecnico per l’Internazionalizzazione. Nel 2018 viene insignito dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Mare del diploma di benemerenza ambientale per i numerosi progetti ecosostenibili realizzati nel fornire soluzioni abitative di emergenza nella Regione Marche a seguito del terremoto del Centro Italia

Nel 2020 viene nominato Vice Presidente di Confindustria con delega al Credito, alla Finanza e al Fisco, focalizzando l’inizio del suo incarico nella ricerca di misure finanziarie e fiscali di emergenza a sostegno delle aziende in maggior difficoltà economica. Un impegno che permetterà alle imprese di accedere a 300 miliardi di euro di finanziamenti, con 2,8 milioni di euro di operazioni e 140 miliardi di euro di moratorie. Dal 4 aprile del 2024 è presidente di Confindustria.

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