Intervista esclusiva ad Alessandro Peron, segretario generale FIAP
Proseguiamo con la terza parte dell’approfondimento dedicato al rinnovo del contratto collettivo trasporti e logistica, aiutati nel percorso da Alessandro Peron, segretario generale di FIAP, nonché uno dei più appassionati e presenti tra i partecipanti al tavolo di confronto. “Il contratto è intervenuto su un numero significativo di tematiche, che costituiscono oggi il quadro generale di tutela per entrambe le parti. Poi si può obiettare come alcune questioni non siano state prese in considerazione: il tema delle soste al carico-scarico, quello delle irregolarità, il contrasto ai furbetti. Sono tutti argomenti di gran valore ma non c’entrano nulla con il rinnovo. Che non ha il compito di costruire la legalità del settore, bensì quello di stipulare le regole d’ingaggio tra lavoratori seri e aziende serie. Questo deve essere molto chiaro perché altrimenti a volte si insinuano nella contrattazione temi che sono invece di competenza degli organi di controllo. Se questa linea di demarcazione è ben chiara, altrettanto vero è che il contratto è un punto di partenza per impostare un lavoro che deve finire il 31 dicembre 2027, senza aspettare quella data per ripartire con nuova trattativa, ma arrivandoci con le idee chiare di ciò che ha e non ha funzionato, e con i correttivi giusti da applicare. Per questo noi siamo già al tavolo con i sindacati: per testare modalità nuove, anche tramite gli accordi di secondo livello, per fare ulteriori passi in avanti e per analizzare temi ancora non ricompresi nel contratto”.
Mi sembra un’ottima premessa, grazie. Facciamo però un passo indietro per portare a termine l’analisi dei punti che invece sono stati oggetto di contrattazione?
Volentieri, eravamo rimasti all’orario di lavoro del personale non viaggiante, di cui è stato modificato il regime: prima la programmazione poteva essere modificata di anno in anno, oggi l’arco temporale è stato ridotto a tre mesi. Come intuibile il punto è stato frutto di una trattativa intensa, perché ci sono imprese che devono rispondere a loro volta a richieste di modifica da parte dei committenti dall’oggi per domani e per loro sarebbe stata ottimale la possibilità di intervenire sugli orari tutti i giorni. Vero è che un lavoratore ha anche bisogno di organizzare la sua vita personale: credo che il compromesso sui tre mesi sia stato oggettivamente un buon risultato.

E i termini di permessi e congedi?
È stato equiparato al coniuge il convivente more uxorio, sia nel caso dei permessi per decesso che per quelli per grave infermità, che tra l’altro passano dagli attuali quattro a cinque giorni. I permessi concessi per la nascita di un figlio vengono estesi anche ai casi di adozione e affido, mentre i termini per la comunicazione da parte del lavoratore dell’utilizzo della licenzia matrimoniale passano dagli attuali 10 a 30 giorni. Abbiamo inserito inoltre la disciplina sulle ferie solidali: oggi i lavoratori hanno la possibilità, finora non prevista dal nostro contratto, di cedere una parte dei propri giorni di vacanza a un collega in difficoltà.
C’è stato un passo avanti anche sulle pari opportunità.
Sì, è stato aggiunto un paragrafo che ha previsto la costituzione di Comitati territoriali per le pari opportunità. È un tema delicato che però andava inserito, soprattutto considerando che nel nostro comparto la componente femminile sta aumentando in maniera sensibile. E’ stata una proposta della base ed è stata ben accolta anche dalla parte datoriale. Credo che su questo tema, ma non solo, i sindacati siano stati un po’ più innovatori di noi, proponendo ragionamenti anche di largo respiro.
La distribuzione e gli operatori addetti alla stessa hanno avuto una crescita importante negli ultimi anni: il nuovo contratto ha previsto qualche modifica che li riguarda?
In effetti i driver, e cioè gli operatori della distribuzione, sono stati particolarmente interessati da questo rinnovo. Innanzitutto è stata inserita la clausola sociale in caso di cambio appalto, per cui l’azienda che subentra ha l’obbligo di recuperare tutti i dipendenti della precedente gestione. Altra previsione significativa è stata la riduzione dell’orario di lavoro da 44 ore a scalare fino a 42.
Ha detto “appalti”? Un tema caldo, parlando di logistica.
E infatti ce ne siamo occupati. Sono stati rivisti i criteri di qualificazione delle imprese che possono aggiudicarsi appalti di logistica a partire dal possesso dei requisiti tecnici operativi, la certificazione antimafia, il modello 231 o, in alternativa, un adeguato modello di organizzazione, la presenza di DVR o DUVR, statistiche aggiornate sull’andamento degli infortuni, DURC e DURF. Sono state estese e chiarite le clausole di risoluzione del contratto, dalla mancata applicazione del CCNL – compreso quanto previsto per sanità integrativa, bilateralità e fondi pensione – alla violazione delle disposizioni in materia di salute e sicurezza, fino all’omesso versamento alle finanziarie della cessione del quinto sullo stipendio dei lavoratori. Infine è stato previsto l’obbligo della comunicazione da parte dell’azienda cessante e/o della subentrante nel caso in cui l’appaltante non applichi il CCNL. Il maggior contributo che abbiamo dato è a mio avviso quello contenuto nell’articolo 42 sulla clausola sociale, che oggi aiuta anche a qualificare la filiera. È stato definito che oltre ai consorzi anche nel caso dei gruppi d’impresa la cessione dell’attività ad aziende controllate non configura subappalto ma appunto un passaggio di consegne interno. Altro passo significativo, abbiamo definito come regolamentare il “fuori filiera”, prevedendo il coinvolgimento dei sindacati e l’attivazione della procedura.

Non passiamo totalmente ad un altro tema concludendo con la disciplina del mercato del lavoro. Molti invocano una maggiore flessibilità: è stata in qualche modo ottenuta?
Sono state aumentate le percentuali relative ai lavoratori a tempo determinato e somministrazione che passano dall’attuale 27 al 41 per cento dei lavoratori assunti a tempo indeterminato a livello aziendale. Per quanto riguarda i lavoratori mobili la percentuale del 27 per cento è aggiornata al 35, fermo restando il limite del 15 di contratti di somministrazione per il personale viaggiante. Permane, invece, il divieto di staff leasing, cioè la somministrazione a tempo indeterminato. Su questo punto c’è una rigidità totale da parte dei sindacati che non condivido: personalmente preferisco avere un lavoratore somministrato a tempo indeterminato piuttosto che uno part-time o somministrato a tempo determinato. In tanti settori la somministrazione a tempo indeterminato costituisce un plus, con il lavoratore che ogni 4-5 anni può cambiare lavoro e mantenere il contratto. Sarà uno dei temi che cercheremo di affrontare nel prossimo rinnovo sempre con l’ottica di mantenere questo contratto al passo coi i tempi e competitivo con le esigenze di mercato.