Ad Hannover per la presentazione di Continental del nuovo Conti Eco Gen 5, il pneumatico per il trasporto regionale e a lungo raggio di cui raccontiamo l’anteprima italiana nelle pagine dedicate a Transpotec, l’accoglienza riservata alla stampa internazionale da Jorge Almeida, Vice President Sustainability Tires, chiarisce la complessità del tema del suo ruolo, e l’approccio olistico adottato dal Brand per aiutare le aziende ad orientarsi in questo difficile momento di cambiamento del settore e del mondo.
Continental, Jorge Almeida: “Sostenibilità tema vastissimo”
“La sostenibilità – esordisce Jorge – è un argomento molto complesso che continuerà ad influenzare nei prossimi decenni tutte le imprese, tutti i settori, ma anche tutti noi, a livello privato. Vorrei iniziare con un numero: 11,9 per cento. È la quantità di emissioni di CO2 prodotta in Europa dalla mobilità. Se consideriamo solo il mercato degli autocarri parliamo comunque di oltre il 6 per cento: non è possibile distogliere lo sguardo da questo fatto”.
“Ma la sostenibilità riguarda un tema molto più vasto delle emissioni di CO2. Si tratta di come vivono le persone su questo pianeta, significa garantire a tutti le stesse disponibilità di alloggio, cibo e istruzione, garantire a tutti pari opportunità e uguaglianza di genere. Solo negli ultimi 50 anni la progressione in termini di prodotto interno lordo generato su scala mondiale è salita alle stelle. Ma questo ha un prezzo, un impatto sul pianeta, di cui il cambiamento climatico è solo una declinazione, quella misurabile più facilmente perché possiamo convertire il cambiamento climatico in emissioni di CO2, e queste possono essere espresse con un numero”.
“Si tratta soprattutto di responsabilità personale. “Per capire fino in fondo il nostro impatto sull’ambiente – prosegue Almeida – vi invito a raggiungere il sito footprintcalculator.org e verificare la vostra impronta su questo pianeta”. Chi scrive l’ha fatto, portando a casa un pessimo risultato: se tutti avessero lo stile di vita di una persona che abita in città, assume una dieta onnivora e viaggia moderatamente l’umanità avrebbe bisogno delle risorse di 6,4 pianeti terra”.
“Quindi – prosegue Jorge – la quantità di risorse che consumiamo nel mondo sviluppato non è sostenibile. Se vogliamo l’uguaglianza dobbiamo modificare qualcosa”. C’è un altro parametro importante, il famoso Overshoot Day, il giorno in cui ogni Paese raggiunge il limite in cui sono state distribuite più risorse di quelle che il pianeta può rigenerare da solo. Per la Terra nel 2023 è stato il 2 agosto. Per l’Italia il 15 maggio: dal giorno dopo abbiamo iniziato a prendere in prestito dalle generazioni future.
Strategia impostata lungo tutta la catena di fornitura
“Parliamo di ciò che stiamo portando avanti in Continental – riprende Jorge – per fare la nostra parte. La strategia è impostata lungo tutta la catena di fornitura, per avere materiali sostenibili al 100 per cento nei nostri prodotti – dobbiamo essere sicuri, ad esempio, di non approvvigionarci della gomma naturale, un componente chiave dei nostri prodotti, da aree deforestate – operazioni ecologiche e sicure, sempre al 100 per cento, e circuiti chiusi nella stessa percentuale, per arrivare ad abolire completamente i rifiuti”.
“In natura gli unici a generarli siamo noi, il genere umano: i rifiuti di una specie finiscono solitamente nell’alimentazione di altre specie, è un’economia circolare perfetta. Siamo solo noi che non agiamo secondo questo principio”. Continental ha fissato per il 2030 l’obiettivo di utilizzare nei propri prodotti il 40 per cento di materiali provenienti da fonti rinnovabili o riciclate, e per il 2050 il 100 per cento. “Provenienza da fonti sostenibili – ancora Jorge – significa anche che dobbiamo essere sicuri dei nostri fornitori e di come loro mettono a terra il discorso sostenibilità”.
“Non vogliamo lavorare con persone da cui forse è più economico acquistare, ma che non vivono secondo i nostri standard. Stesso discorso a valle con i nostri clienti”. Anche quando si riferisce alle operazioni industriali, Continental si dimostra molto ambiziosa. “Vogliamo ridurre del 20 per cento il consumo di acqua e la produzione di rifiuti entro il 2030”.
“E azzerare la nostra impronta carbonica entro il 2040”. Esiste anche un tema relativo alle prestazioni del prodotto: la sicurezza, la resistenza al rotolamento sono tutti parametri che impattano più o meno sull’ambiente. “Anche i prodotti di lunga durata – conclude Almeida – hanno un risvolto di sostenibilità: se percorriamo più chilometri con lo stesso pneumatico attingiamo meno risorse dal pianeta”.
Il tema di fine vita degli pneumatici
“Anche il design può portare ad una minore abrasione, e dunque a minori emissioni, anche di rumore. E infine il tema del fine vita degli pneumatici: la nostra attività di ricostruzione è nata 120 anni fa e oggi riusciamo a risparmiare tra il 60 e il 70 per cento dei materiali riutilizzando la carcassa. Ancora una volta, non si tratta solo di costi per i nostri clienti o per le nostre operazioni, ma anche di prelevare meno risorse dal pianeta”.
“E quando proprio giunge il momento in cui quello pneumatico non può più essere ricostruito, abbiamo la tecnologia per recuperarne il materiale e rimetterlo comunque in una gomma, ad esempio attraverso i processi di pirolisi, o destinarlo ad un percorso di riciclaggio adeguato. Se solo ogni impresa, ogni persona programmasse la propria attività d’ora in poi considerandone ogni singolo aspetto, come stiamo facendo in Continental, potremmo abbassare e portare sempre più vicino allo zero quel numero dal quale siamo partiti”.