Un traguardo tutto da celebrare, quello della Campagnolo Giovanni Dino di Campagnolo Franco, che già nella ragione sociale ricorda orgogliosamente chi l’azienda l’ha fondata e chi, quando è arrivato il momento, ne ha raccolto le redini. “Per rispetto nei confronti di mio papà, che è partito nel 1954, a soli 22 anni – inizia a raccontarci Franco Campagnolo, classe 1963, dal 2001 saldamente al timone dell’azienda veneta specializzata in trasporti eccezionali – ho voluto mantenere il suo nome in quello della società. Se hai la fortuna di incontrare qualcuno capace di insegnarti i valori che contano, o li porti avanti o non sei nessuno. Quest’anno festeggeremo i settant’anni dal giorno in cui papà acquistò il suo primo autotreno. Ebbe presto un’intuizione importante, quella di specializzarsi nel trasporto di vagoni ferroviari: divenne concessionario delle Ferrovie dello Stato e per più di quarant’anni rimase operativo in quel settore”.
Con un salto temporale che sorvola sui sacrifici compiuti e sulle soddisfazioni raccolte negli anni dalla famiglia Campagnolo planiamo nel 2001 quando Franco, insieme alla sorella Anna, suo attuale braccio destro e regina dell’amministrazione, prende il comando della società in seguito alla scomparsa del padre, avvenuta l’anno precedente, per convertire il core business dell’azienda ai trasporti eccezionali. “Abbiamo subito acquistato – ricorda Franco – il primo Scania, era un 164 480, e poi successivamente altri sette, circa uno all’anno: le nostre percorrenze sono di circa 80-100mila chilometri, e quando arriviamo a 500mila è ora di cambiare il veicolo. Oggi in flotta abbiamo 15 mezzi eccezionali, anche di altri marchi, ma in tempi recenti siamo ritornati all’ovile del Grifone. Nel 2020 abbiamo scelto un 8×4 e in questi giorni, sempre da Scandipadova, ne abbiamo acquistati altri tre. Si tratta dei modelli R660, motore V8, tre assi, 6×4. Abbiamo spiegato a Scandipadova le nostre necessità e loro hanno messo a punto i mezzi, grazie all’ottima intermediazione del responsabile commerciale Nicola Beggiato: gli abbiamo fornito le conformità del mezzo e abbiamo progettato insieme il trattore”. “Visto l’ottimo risultato dato dal primo veicolo dal punto di vista delle prestazioni e dei consumi – commenta proprio Beggiato – Franco ha riconfermato la sua fiducia in noi acquistando addirittura un pacchetto di tre veicoli. Se già un trattore eccezionale è una consegna che non passa inosservata, la scelta di Campagnolo è stata per me motivo di grandissima soddisfazione professionale, di cui lo ringrazio. Sono mezzi dalle ottime prestazioni, sicuramente grazie al motore a 8 cilindri a V protagonista di un’elevata coppia, elasticità e consumi convincenti, ma abbiamo anche adattato le masse sugli assali in modo da avere un elevato carico utile in ralla. Inoltre il retarder, il sistema di frenatura ausiliario Scania con coppia frenante di 4700 Nm, consente di aumentare la sicurezza in strada e controllare meglio il veicolo, soprattutto nelle fasi di discesa”.
La Campagnolo si occupa prevalentemente di trasporto di coils, lamiere e bramme (semilavorati di acciaio grezzo). I camion prelevano la merce da Porto Marghera e da Ravenna per consegnarla a diverse ditte in Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia-Giulia. Tra i clienti principali la Gabrielli Spa (ex Siderurgica Gabrielli), gruppo da 1.400 dipendenti con stabilimenti collocati in tutto il nord-est d’Italia.
“Il settore dei trasporti eccezionali è un mondo a sé – riprende Campagnolo – e come tutti gli imprenditori di un’azienda a gestione familiare io faccio il jolly, sono la persona che si espone sempre, quasi un parafulmine – scherza – ma devo ammettere che ci vuole molto impegno per gestire la complessità burocratica che appesantisce in particolare la nostra tipologia di trasporto. Cosa ci vorrebbe? Dobbiamo confrontarci ogni giorno con nuovi divieti, nuove interruzioni, nuovi percorsi alternativi che siamo costretti ad inventarci, anche all’ultimo, quando ci vengono interdette le strade dirette. Se almeno le autorizzazioni venissero concesse più velocemente, questo potrebbe aiutarci. Noi spendiamo circa 10 mila euro all’anno di permessi su ogni macchina, e paghiamo al momento della presentazione della richiesta: sarebbe opportuno quanto meno che le infrastrutture fossero adeguate alle necessità del traffico, messe in sicurezza, rimodernate, in modo da poterci muovere liberamente. Per percorrere 60 chilometri, ogni volta dobbiamo aggiungerne anche 10, 15, e questo, moltiplicato per il numero di viaggi e di veicoli che ogni giorno mettiamo in strada, si traduce in un aggravio notevole di costi, e in un rallentamento del servizio”.
Franco dipinge, giustamente, il futuro che vorrebbe per un’azienda che sta per essere investita dal vento di novità in arrivo con la terza generazione. “Mia figlia Silvia ha 28 anni e sta per tornare da Londra, dove ha studiato e lavorato per otto anni. Mi ha detto: ‘Papà, voglio provare il tuo lavoro’. È importante che un’azienda come la nostra a questo punto si doti di un’organizzazione manageriale che Silvia con la sua esperienza potrà sicuramente apportare. Non è un settore semplice, come detto, ma ci siamo costruiti una rete importante, sia lato clienti che fornitori. Per fare un esempio: i nostri autisti. Sono estremamente orgoglioso del fatto che molti di loro ci siano da una vita, la persona che lavora per noi da più tempo siede al volante dei nostri mezzi da 28 anni. Recentemente tre autisti sono andati in pensione: erano con noi da 17, 18 e 20 anni”. E ha trovato da sostituirli? “In effetti sto avendo qualche difficoltà, ho sempre avuto qualche driver di riserva, ma ultimamente sto facendo fatica: sono sicuro però che si tratti di un problema momentaneo, e che con il tam tam degli autisti presto qualcuno verrà a bussare alla mia porta”. Un ottimista, Franco, anche quando torna a parlare dei suoi ultimi acquisti. “Assistenza? Se questi Scania che ho scelto andranno come quelli che abbiamo avuto in precedenza non ce ne sarà neanche bisogno. In caso, visti i rapporti con Scandipadova, se un autista mi sveglierà alle 5, come è successo questa mattina, sono certo di potere a mia volta tirare giù dal letto Nicola Beggiato. E non ho dubbi che risponderà al telefono”.