Altavilla, BYD: tutto pronto per scalare il mercato italiano e quello europeo

9 Dicembre 2024
1 min read
Da sinistra Chiara Garbuglia, Alfredo Altavilla, Alessandro Grosso, Daniele De Leonardis e Davide Lanna

In occasione del test drive del nuovo suv del segmento D Sealion 7, il marchio BYD ha parlato alla stampa per voce del suo team italiano, composto da professionisti del calibro di Alfredo Altavilla, oggi special advisor del brand, Alessandro Grosso, country manager per il nostro Paese, Davide Lanna, product manager, Daniele De Leonardis, marketing manager, e Chiara Garbuglia, PR Manager. Una squadra attraverso la quale il brand cinese intende raggiungere già dal prossimo anno quote importanti, anche nel settore dei veicoli commerciali: un posizionamento che sia coerente con la qualità e la tecnologia che il costruttore mette in campo.

“Quando sono stato per la prima volta in Cina a visitare il centro stile di BYD – ha dichiarato ai giornalisti Alfredo Altavilla – ho riscontrato livelli di qualità che non sono paragonabili a quello che succede in Occidente, e non soltanto su BYD, ma su tutti i brand del gruppo, la maggior parte dei quali arriverà in Europa nei prossimi mesi. E poiché quello del nostro continente non è un mercato in crescita, la nostra strategia sarà erodere quote di mercato ai concorrenti, ma non attraverso la leva dei prezzi, solo sulla base della qualità di prodotto”. “Non siamo the cheapest brand on the market, una ‘cinesata’, per usare un termine attuale, bensì ‘value for money'”.

La sfera di cristallo non ce l’ho

“Chi vince il braccio di ferro tra Europa e Italia sulla transizione? Questa mattina mi sono dimenticato di pulire la sfera di cristallo” scherza il manager. “Due le posizioni che si fronteggiano: il realismo e il mondo delle favole. Quest’ultimo è quello che sta provocando i licenziamenti che ogni giorno vengono comunicati dagli OEM e da tutta la filiera. Non c’è dubbio che se questa incertezza continuerà, il problema non sarà il 2035, ma arrivarci vivi. Il sistema delle multe è il primo elemento di questo green deal che andrebbe rimesso in discussione, e se questo non accadrà, temo che andremo incontro ad un futuro grigio per la nostra industria. È un’idiozia andare contro il mercato, e sappiamo bene dove va la richiesta, soprattutto nel sud Europa”.

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