ANAV compie 80 anni e guarda al futuro del trasporto pubblico e della mobilità attraverso uno studio realizzato dal Politecnico di Milano dal titolo “Analisi delle opportunità e delle criticità per la transizione energetica nel TPL in Italia”, a cura del Prof. Pierluigi Coppola, che ha messo in luce i vantaggi di una transizione graduale verso le alimentazioni alternative per il rinnovo del parco autobus in Italia.
L’associazione rappresenta circa 600 imprese su tutto il territorio nazionale all’interno di un sistema che ha un fatturato complessivo di circa 12 miliardi di euro, 100 mila addetti e 47 mila autobus.
Lo studio di ANAV sul futuro del trasporto
Lo studio ha dimostrato che un cambiamento più progressivo, rispetto a un passaggio repentino all’elettrico, favorisce un rinnovo più efficace della flotta autobus, riducendo l’età media dei veicoli e contribuendo significativamente alla sostenibilità del settore.
Le simulazioni, condotte per il periodo 2024-2033, hanno rilevato che l’acquisto di soli autobus elettrici permetterebbe di sostituire solo il 37% della flotta urbana, mentre una transizione graduale, in linea con i vincoli europei, consente una sostituzione del 48%, con un effetto positivo sull’età media del parco, abbassandola stabilmente di oltre un anno rispetto allo scenario completamente elettrico.
La ricerca ha inoltre valutato l’impatto sulle emissioni climalteranti, che rappresentano lo 0,7% del totale delle emissioni del trasporto passeggeri con autobus. Questo dimostra che una transizione graduale non compromette la riduzione delle emissioni, ma permette di ottenere maggiori benefici in termini di rinnovo del parco e riduzione dell’età media.
L’importanza di una transizione graduale
Lo studio del Politecnico di Milano ha anche sottolineato che una transizione graduale permette di affrontare meglio le attuali criticità legate alle alimentazioni alternative, come la carenza di infrastrutture di ricarica e rifornimento, la limitata disponibilità di veicoli, soprattutto per il trasporto extraurbano, e l’incertezza sui costi dell’energia.
Per quanto riguarda il settore extraurbano, i risultati sono ancora più rilevanti: un approccio graduale consente di sostituire circa la metà della flotta attuale, riducendo l’età media di quasi tre anni rispetto agli scenari più restrittivi imposti dal Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile.
Incrementare le risorse dal 2026
Lo studio del Politecnico ha inoltre indicato la necessità di incrementare le risorse a partire dal 2026, quando si esauriranno i fondi del PNRR. Si stima che un aumento di almeno 500 milioni di euro annui sia essenziale per mantenere l’età media del parco autobus al di sotto dei 10 anni, migliorando l’attrattività del trasporto pubblico e incentivando lo shift modale, riducendo così l’uso dell’auto privata.