Davide Altimani (al centro) con, da sinistra a destra: Benjamin Ikab di Big Holding Group, Paolo Altimani, Melanie Cantoni e Karim Sabri

Basta con la guerra dei prezzi, da oggi svoltiamo con AltiKit

2 Luglio 2024
6 mins read

Scendere per dodici anni ogni mattina in strada, macinare milioni di chilometri in auto, vedersi sbattute tante porte in faccia, e perdere, anche, innumerevoli battaglie, o ti uccide – professionalmente, s’intende – o ti porta dove vuoi arrivare. E quando sei lì, quando finalmente senti di aver vinto la guerra, allora ruggisci dalla rupe perché tutti possano sentirti. Sì, Davide Altimani è un guerriero, ma la sua determinazione e la sua personalità non devono essere scambiate per arroganza, eppure può succedere quando chi lo giudica non considera da dove arrivano le sue certezze. Tra le quali c’è sì la convinzione di farcela, ma anche l’intaccabile lealtà verso chi per lui conta, che poi sono gli appartenenti a tre club ben precisi: quello della famiglia, quello della squadra e quello dei clienti.

Una partnership di valore

Oggi la sua Altimani Lift, che fondava insieme al padre Paolo nel 2012, a soli 21 anni, scegliendo di scaraventarsi in un mondo che non conosceva, e che non era disposto a concedere neanche il beneficio del dubbio ad un ragazzino di 21 anni, cambia pelle trovando nella partnership con Big Holding Group la spinta, anche economica, necessaria per fare il salto definitivo di qualità a livello aziendale, di gamma prodotti e di servizio, e sottrarsi a dinamiche di vendita, quelle delle sponde idrauliche, che non stavano più divertendo il giovane imprenditore. “Ho passato dieci anni in macchina a girare l’Italia – ricorda Davide – per vendere i nostri prodotti. Sulla via di casa piangevo per come ero stato trattato, per il credito che non mi avevano dato. Non dormivo la notte, volevo farcela, e ci sono riuscito, al di là dei numeri: oggi quando vado a trovare i clienti è una festa, perché hanno capito con il tempo e le dimostrazioni che loro per me contano più di ogni altra cosa”. Anche più del profitto?

Le questioni, spiegate bene

“Mettiamo subito in chiaro una questione. Il mercato delle sponde negli ultimi anni è diventato un campo di battaglia dove ci scontriamo quotidianamente con i concorrenti, senza realizzare quella marginalità che mi interessa a livello imprenditoriale, anche a causa degli aumenti spropositati delle materie prime che abbiamo dovuto affrontare negli ultimi anni: non si vende più per il rapporto umano, o per la qualità del prodotto, ma conclude l’affare chi è disposto a strozzarsi di più. Una situazione che non mi piaceva più, nella quale sentivo di mancare il punto: la mia priorità è fare team, sia con la mia squadra che con i clienti. Che devono scegliere Altimani per il piacere di trattare con noi e per l’affidabilità dei nostri prodotti, per i tempi delle consegne, per la velocità dell’assistenza. Non perché siamo disposti a non guadagnare pur di tenerci il cliente. Poi esisteva un altro problema: con la nostra produzione siamo stati sempre puntuali, ma la lentezza nella fornitura dei mezzi allestiti ha spesso impattato sui nostri tempi di consegna”.

Un unicum sul mercato

Succede così che Davide si trova a riflettere su una bella opportunità: Big Holding Group, storico cliente dell’azienda, già noleggiatore e allestitore, e realtà molto importante nel settore su tutto il territorio nazionale, decide di aprire una linea interna nel suo stabilimento da 20.000 mq di Ferentino, alle porte di Roma, per prepararsi da sé i furgoni. “Anche loro – prosegue il giovane Altimani – erano stanchi di attendere chi doveva consegnare i mezzi, e non ne acquistavano pochi, allestendone circa un migliaio all’anno per il noleggio. Con loro abbiamo aperto un canale di dialogo che ha portato ad una conclusione vantaggiosa per entrambi. Loro allestiscono 1.000 furgoni all’anno, e noi produciamo 1.000 sponde: è stato abbastanza immediato accordarci per unire le forze e lanciare sul mercato il nostro AltiKit: questo ha permesso ad Altimani Lift di diventare l’unica azienda sul mercato a disporre di sponde idrauliche, rampe manuali e kit per furgoni di ogni genere. Il vantaggio per Altimani è quello di poter contare sulle spalle larghe di un’azienda da 2.800 dipendenti che fattura 200 milioni all’anno, oltre che sulle loro sedi dislocate in tutta Italia, da Chieti a Roma, da Torino a Bologna”.

Con Big Holding Group un accordo win-win

Dal canto suo il nuovo partner può avvalersi, certamente della qualità delle sponde Altimani per i suoi allestimenti, ma anche della rete di vendita che Davide ha costruito in questi anni. “Intanto vorrei precisare che dietro al progetto, alla genesi dell’idea e alla sua valutazione, c’è il nome di una persona che è stata ed è centrale sia per la mia crescita personale che per quella di Altimani Lift, e parlo di Alberto Schincaglia: pur essendo andato in pensione a fine dell’anno scorso, mi interfaccio quotidianamente con lui per l’affetto e la stima che nutro nei suoi confronti e il grande valore che attribuisco ai suoi consigli. Al nostro nuovo socio abbiamo proposto un piano di commercializzazione del prodotto in grado di tenere conto delle peculiarità delle varie zone del territorio della Penisola, ma ancora di più, delle specifiche esigenze delle aziende: in questi anni ho conosciuto bene i clienti e so esattamente come vogliono allestimento e sponda”.

L’eccellenza dei professionisti coinvolti

Oltre a 14 distributori esteri, in Italia Altimani Lift conta cinque rappresentanti: Luca Salin si occupa delle sponde idrauliche per il Triveneto, Silvio Marino è area manager delle Isole sia per le sponde che per AltiKit, stesso discorso per Michele Lamce, con competenza su Calabria e Puglia. “C’è poi il direttore commerciale Karim Sabri e la Beta Ricambi di Pompei, alla quale abbiamo assegnato l’esclusiva per il basso Lazio e la Campania. Stiamo per implementare infine un nuovo venditore in Piemonte e ci stiamo portando a casa anche un nome di peso nel settore (a chi scrive Davide ha chiesto di mantenere il riserbo), e da ultimo ci sono io che mi occupo del Lazio e della Toscana e dei clienti maggiori. In azienda abbiamo 12 persone in produzione di cui tre recentemente aggiunte, la parte amministrativa è il regno di Melanie Cantoni, mia moglie, e Giulia Breviglieri, mentre l’ufficio tecnico è supervisionato da mio padre Paolo insieme al giovane Antonio Citro. L’età media del nostro team è 30 anni, sono persone che viaggiano come missili e sanno quello che fanno.

L’importanza del rapporto umano

A Transpotec più di un ospite è rimasto piacevolmente stupito dall’atmosfera che si respirava sul nostro stand, ma è normale: fino a ieri non ero più ricco degli altri (Davide ride) e le persone sceglievano di passare ad Altimani proprio per il rapporto umano che esiste tra chi lavora nella nostra azienda. Oggi finalmente possiamo dettare noi le regole, perché il furgone ci apre porte che non eravamo riusciti a varcare con le sponde, e soprattutto non siamo più ricattabili sul prezzo, perché il pacchetto furgone/sponda ce l’abbiamo solo noi. Poi, ci mancherebbe, se un cliente dovesse preferire una Dhollandia, abbiamo già predisposto tutte le omologazioni anche per la concorrenza. Le aziende devono essere libere di scegliere”.

Il perché di una scelta opportuna

A livello societario la Big Holding Group ha acquistato il 51 per cento della Altimani Lift, con Davide che continua a detenere il 49. “È un mondo in cui, come fai, qualcuno trova sempre un motivo per criticarti: oggi dicono che mi sono allargato in settore non mio, quello dei furgoni, e che sto facendo concorrenza a chi prima mi faceva perdere clienti con tempi di consegna lunghissimi. A questi appunti rispondo: lavoro 12 ore al giorno e non faccio nulla di male, senza contare che dò anche da mangiare a tanti bambini, quelli dei miei dipendenti. Sono un malato di lavoro, mi piace vincere e non dormo finché non ho trovato la soluzione: arrivo dal mondo dello sport, sono abituato a competere, e sono cresciuto con questa mentalità. Per poi arrivare dove? A livello economico a sistemare la mia famiglia: non mi interessa il lusso, certo, se posso permettermi un’auto importante non me la nego, ma è per spostarmi più comodo insieme a mia moglie e ai miei cani. Lasciatemi in mezzo alla natura insieme a loro e io sarò felice. Non sono figlio di imprenditori, mio padre era dipendente e io giocavo a pallacanestro (in Serie A, nella squadra che oggi si chiama Grissinbon Reggio Emilia n.d.r.), ma ho scoperto di essere un grande venditore. E sapete perché? Perché amo questo lavoro, litigare con i clienti e poi trovare sempre il modo di accontentarli: se sbaglio una sponda non ho pace finché non ho risolto il problema”.

Due mesi di produzione assegnati in quattro giorni di fiera

La gamma di Altimani Lift oggi è declinata su rampe manuali in alluminio, sponde idrauliche controtelaio, furgone in lega o isolato e spoiler, e l’obiettivo dell’azienda è di arrivare a fatturare tra i 10 e i 15 milioni di euro nel giro di un paio di anni. Lo scorso anno a Pegognaga hanno chiuso a quota 3 milioni, e quest’anno nel cassetto ce ne sono già due volte tanto. “Solo nei quattro giorni di Transpotec abbiamo raccolto ordini che hanno riempito due mesi di produzione, a testimonianza di come la nostra idea stia funzionando. Abbiamo un imperativo: consegna in massimo 25 giorni. Non è semplice rispettare questo standard, per farlo bisogna investire, ma se l’obiettivo è soddisfare il cliente, non c’è altra strada”. Salutiamo Davide e, nel dargli appuntamento alla prossima puntata di quest’avventura, gli ricordiamo, a lui che le ama, che molte sfide ancora lo aspettano, perché i combattenti trovano proprio nella lotta la migliore realizzazione di sé.

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