Un rimorchio TMT cambia la vita. Parola di Lorenzo ed Erika Benedetti, soci della Dur.Eco SRL e responsabili rispettivamente di Logistica & Commerciale, oltre che di Amministrativo & Gestione Rifiuti. L’azienda marchigiana ubicata alle porte della splendida cittadina di Urbania, specializzata in autotrasporti e servizi ecologici, ha ormai realizzato una conversione quasi completa del suo parco rimorchi, dopo aver adottato i primi modelli TMT agli inizi degli anni 2000. Trovato nel leader europeo dei moving floor un punto di riferimento imprescindibile, la flotta conta oggi 10 trattori stradali con ben 12 semirimorchi TMT (per una capacità complessiva di 95 mc), più altre 9 motrici scarrabili con 10 rimorchi ad esse adeguati.
SPORTELLI CHE FANNO LA DIFFERENZA
“Quando TMT ha proposto all’azienda i modelli con apertura laterale – spiega Lorenzo Benedetti – abbiamo capito immediatamente che sarebbero stati decisivi per la nostra attività, dal momento che all’epoca il trasporto di panelli in legno copriva il 50 per cento del business Dur.Eco. Appena tre anni dopo, nel 2003, l’introduzione del semirimorchio Scrigno con apertura laterale di 12,80 metri ha di fatto offerto all’azienda la possibilità di caricare qualsiasi pannello industriale, favorendone la proiezione verso un contesto internazionale. Grazie al rapporto sempre più stretto col nostro fornitore, attorno al 2010 siamo riusciti a ottenere anche il primo semirimorchio in grado di far fronte a qualsiasi tipo di scarico, cioè sempre un piano mobile, ma con apertura sia a destra che a sinistra, oltre che con tara accettabile e altezza adeguata ai parametri europei. Insomma, il business ha via via preso forma in funzione delle caratteristiche tecniche di semirimorchi in grado di rispondere con tempismo perfetto all’evoluzione di una domanda sempre più duttile”.
Nata nel 1991 come azienda di autotrasporto sotto la spinta dei fratelli Benito Benedetti, padre di Lorenzo, e Bruno Benedetti, padre di Erika, grazie a TMT la Dur.Eco ha potuto specializzarsi gradualmente nelle funzioni di recupero rifiuti, con attenzione particolare agli scarti legnosi, occupandosi anche di commercio legno, trucioli, biomasse e altre materie prime, così come di noleggio di contenitori rifiuti: dai compattatori per grandi quantitativi ai containers da 15-30 mc.
STABILITÀ DELL’ASSETTO FAMILIARE
“Nonostante le trasformazioni del lavoro – aggiunge Lorenzo – i nostri genitori sono rimasti sempre in società, perché la dedizione familiare è un valore che non risente dell’avanzare degli anni. Le sfide sono accolte come un’opportunità di crescita collettiva, spingendo tutti a essere all’altezza dei tempi che cambiano. Nonostante non avessimo inizialmente esperienza del contesto europeo, siamo infatti riusciti a essere competitivi anche lì, instaurando solide relazioni con la Francia (80 per cento dell’attività extranazionale), quindi con la Germania e la Gran Bretagna. Indubbiamente l’aver trovato un partner affidabile come TMT, capace non solo di ascoltare le nostre esigenze specifiche, ma di realizzare in tempi brevi le nostre richieste e in modo tale da offrirci piena autonomia di gestione, ha contribuito a credere con sempre maggior fiducia nelle capacità di adattamento aziendale al mercato”.
La crescita di Dur.Eco è stata ben visibile anche sul piano dell’organico. Oggi conta 25 dipendenti più due soci – i genitori di Lorenzo e di Erika – una ventina dei quali sono autisti. Col pensionamento dei più anziani, l’azienda ha però dovuto far fronte a difficoltà di sostituzione, arrivando addirittura a dover tener fermi alcuni suoi mezzi per indisponibilità di personale alla guida. Fortunatamente, in questi anni critici, sono state appena due le persone interessate dall’avvicendamento, ma il problema appare ormai strutturale sul territorio, a tal punto da limitare le possibilità stesse di crescita.
LA SFIDA DEL RICAMBIO GENERAZIONALE
“Per il momento la situazione è stata normalizzata – riconosce Lorenzo – ma continuiamo a cercare nuove leve, perché l’altro grande problema di oggi è la stabilizzazione dei rapporti lavorativi di quanti aiutiamo a formare. La fortissima richiesta di autisti a livello internazionale agisce infatti come fattore perturbante, promettendo rapide carriere in aziende che spesso guardano solo al business del momento, ma non hanno alcuna solidità familiare. Siamo perciò consapevoli che, nel giro di quattro anni circa, dovremo di nuovo confrontarci col problema di altri cinque pensionamenti interni. Tutto questo, senza tener conto delle impegnative sfide che gli attuali standard di sostenibilità impongono alle piccole aziende”.
DILEMMA GREEN
L’adeguamento del parco veicolare alle politiche green è cominciato per Dur.Eco nel 2015, portandola in meno di dieci anni a disporre di soli mezzi Euro 6, differenziati per brand: 10 Volvo, 7 Iveco Stralis, uno Scania ancora Euro 5 e due camion di stazza più piccola. Con l’intensificarsi delle difficoltà economiche internazionali, però, molti competitor hanno iniziato a privilegiare strategie basate sull’economia dei costi anziché su esigenze ambientali, mettendo a seria prova chi – come Dur.Eco – riconosce nella sostenibilità un valore identitario, oltre che di marketing. Con il 30-40 per cento del fatturato aziendale generato da attività internazionali, il mantenimento di elevati livelli ecologici potrebbe comportare nel tempo una perdita di competitività. “Al momento riusciamo ancora a tenere testa al mercato in virtù delle nostre commesse – precisa Lorenzo – ma è innegabile che le aziende dell’Est Europa operino oggi senza farsi grandi remore green, andando a logorare i bacini tradizionali dei competitor più tecnologicamente evoluti. Tenuto poi conto che hanno maggior facilità d’accesso a risorse di personale autista, formato a prezzi inferiori rispetto ai parametri italiani, lo scenario economico appare quanto meno problematico su medio-lungo termine. Non a caso, per via dei costi, siamo stati costretti a interrompere le tratte intermodali che avevamo attivato nell’area alpina, lungo gli assi Orbassano-Aiton e Novara-Friburgo”.
Il dilemma del futuro ruoterà verosimilmente attorno alla questione degli utili che impongono una speciale attenzione di fronte a tutte le iniziative di mercato che oggi paiono economicamente svantaggiose. Per le piccole aziende puntare sull’intermodale, che potrebbe essere una delle chiavi per risolvere il problema della disponibilità degli autisti, o peggio ancora assecondare le direttive europee che sembrano confermare la soluzione dell’elettrico per il trasporto pesante, è allo stato dei fatti insostenibile. In ogni caso, anche grazie anche alla disponibilità di un’officina interna, a supporto di quelle offerte direttamente da TMT, Dur.Eco si trova nelle condizioni ideali per proseguire la propria strada.
FORTI COME IL LEGNO
Anche perché una terza generazione di famiglia sta piano piano prendendo piede alle spalle. E come insegna il legno se le radici sono forti, i rami vincono non solo ogni resistenza, ma riescono a spingersi ancor più in alto che in passato.