Dopo la flessione del mercato di autocarri, trainati e autobus, dai dati UNRAE emerge un altrettanto novembre nero anche per il mercato dei veicoli industriali, con appena 1.967 immatricolazioni contro le 2.609 dello stesso periodo del 2023 (-24,6%). La flessione colpisce trasversalmente tutte le fasce di peso, riflettendo una brusca frenata del settore.
A subire la battuta d’arresto più marcata sono i veicoli di massa compresa tra 3,51 e 6 t, che chiudono il mese con sole 55 unità immatricolate, in calo del 32,9% rispetto alle 82 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente.
Il 2024 in leggera flessione, aspettando i dati di dicembre
L’andamento negativo interessa anche i mezzi di peso medio, tra 6,01 e 15,99 t, che perdono il 18,0%, passando da 328 a 269 unità. Il segmento dei veicoli pesanti, con massa totale a terra pari o superiore a 16 t, contribuisce in modo significativo al rallentamento complessivo, con 1.643 immatricolazioni a novembre, in diminuzione del 25,3% rispetto alle 2.199 dell’anno precedente. Nei primi undici mesi del 2024, il mercato registra un lieve arretramento dello 0,8%, totalizzando 26.635 immatricolazioni contro le 26.861 dello stesso periodo del 2023.
Non basta certo il click-day del 16 dicembre…
“I dati di novembre evidenziano una significativa contrazione del mercato dei veicoli industriali, confermando le difficoltà sopraggiunte nella fase conclusiva dell’anno e le criticità già preannunciate nel recente passato. Non sarà certo il click-day del prossimo 16 dicembre, né i pochi fondi stanziati per gli incentivi di settore, con una maggiorazione che a malapena coprirà il ricambio di 200 veicoli pesanti vetusti, a risollevare le sorti del comparto”, commenta Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE.
“A nostro avviso, il problema è di natura profonda: le radici affondano in una situazione economica nazionale e internazionale che ha iniziato a riverberarsi sul nostro settore, con un’onda lunga che rischia di essere ancora più devastante il prossimo anno. Questi segnali rappresentano solo le prime avvisaglie di quello che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio “tsunami”. Le attuali previsioni per il 2025 indicano un calo a doppia cifra, tra il 10 e il 15%, ma il rischio è che la flessione possa essere ancora più marcata”, continua Starace.
“Il settore sta affrontando sfide di carattere strutturale che richiedono, da parte del Governo, interventi strategici e politiche di ampio respiro in grado di sostenere l’intera filiera. In questo contesto, è essenziale concentrarsi su misure chiave, come il supporto alle imprese di autotrasporto e l’istituzione di un Fondo pluriennale per accompagnare il settore verso gli obiettivi di transizione ecologica. Allo stesso tempo, confidiamo che anche a livello europeo vengano adottate decisioni chiare e concrete, ispirate a un approccio integrato, per rilanciare l’industria e rafforzare la competitività delle imprese, come già indicato nel report Draghi dello scorso settembre”, conclude il Presidente Starace.