Sala gremita per la conferenza stampa di presentazione del nuovo Piaggio Porter NPE, la versione elettrica del city truck di Pontedera. Ad accogliere i numerosi ospiti è Vincenzo Scardigno, Executive Vice President commercial vehicles EMEA & Emerging Markets, un lungo job title che il manager pugliese, in azienda dal 2009, indossa con disinvoltura e gran carattere.
E come sempre non delude le aspettative di chi da lui vuole ascoltare parole chiare, esordendo: “Piaggio è da sempre l’unico produttore di veicoli commerciali urbani. Nel 1948 ci siamo inventati con l’Ape il leggero da città. Non c’era nessun altro in quegli anni. E poi veicoli sempre più grandi, fino all’Ape Poker del 1991, la prima con quattro ruote, capace di portare mille litri”.
Il Piaggio Porter nasce nel 1992 grazie all’accordo con Daihatsu che vede portare a Pontedera la produzione del veicolo giapponese. Nel 1995, prima assoluta al mondo, Piaggio mette in produzione, sempre a Pontedera, il primo veicolo elettrico: il Porter a batterie (al piombo, vista l’epoca) nell’edizione numero uno rimarrà in produzione fino al 2000 e venderà oltre 6.100 unità.
Oggi l’offerta di Piaggio, in un mondo nuovo che vede “il retail cittadino al collasso e lo sviluppo dell’online“, è declinata sull’NP6, che ad Ecomondo il costruttore presenta sia nella rinnovata versione termica che in quella elettrica di seconda generazione.
“Il primo – racconta il manager – porta con sé tutti gli adeguamenti normativi dettati dal regolamento GSR2. Vedete, la maggior parte dei veicoli esposti qui in fiera, quelli compatti, o similcompatti, non sono compliant con la normativa. Il fatto è che omologando meno di 1500 unità è possibile vendere veicoli non allineati alle prescrizioni in tema di sicurezza. Ma io mi chiedo se la sicurezza dipenda dal numero di veicoli in circolazione: se ne vendo meno di 1.500, sono sicuri? E’ evidente che adeguare i mezzi alla normativa costa milioni di euro e molti hanno un modo per evitare l’investimento”.
Parliamo di Cina e dei legami con Foton. “Nel 2018 – precisa Vincenzo Scardigno – abbiamo stretto un accordo industriale con Foton, ma non abbiamo preso, come dire, un loro veicolo scrivendoci sopra il nostro nome. Non esiste un gemello in nessuna altra parte del mondo del nostro NP6: gli unici elementi in comune con qualche veicolo Foton possono essere tutt’al più i gruppi ottici e le porte. Il nostro è un veicolo europeo sviluppato da ingegneri italiani che hanno trascorso qualche anno in Cina a lavorare con i colleghi di quel Paese”.
Per quanto riguarda la versione elettrica, il cuore del nuovo Porter NPE è la Electric Drive Unit, un unico sistema compatto che integra propulsore elettrico, inverter e organi della trasmissione. Una soluzione progettata per ottenere alte prestazioni e massima efficienza, minimizzando pesi, ingombri e numero di componenti, con l’ottimizzazione dei circuiti elettrici e di raffreddamento. Il sistema di propulsione elettrica spinge Porter NPE fino a una velocità massima di 90 km/h, mentre l’autonomia arriva a oltre 250 km e la portata a telaio a 1.055 kg.
“Se l’NP6 termico – conclude Scardigno – è un prodotto che possiamo definire europeo al 99 per cento, l’elettrico lo è ancora di più, perché per svilupparlo non siamo neppure andati in Cina, ma siamo rimasti a Pontedera, dove abbiamo creato qualche anno fa realizzato il nostro eMobility Center, un dipartimento interno interamente dedicato allo sviluppo di veicoli elettrici per il mercato europeo”. Ovviamente sulla gamma del Porter elettrico sono presenti tutte le soluzioni in ambito cybersecurity e sicurezza attiva e passiva disponibili sulle varianti a propulsione termica bi-fuel (benzina\metano e benzina\gpl).