Secondo quanto riportato dai media internazionali, Volkswagen ha annunciato la chiusura di tre fabbriche in Germania. A dare la notizia è stata la presidente del Consiglio di fabbrica del Gruppo, Daniela Cavallo, durante un evento informativo per i lavoratori a Wolfsburg. Durante il quale è stata paventata anche l’ipotesi di un ridimensionamento degli altri siti, con decine di migliaia di posti di lavoro a rischio.
Da quanto si apprende, sarebbe particolarmente a rischio lo stabilimento di Osnabrueck (che di recente ha perso una commessa sperata da Porsche), ma nel complesso dei circa 120.000 lavoratori Volkswagen in Germania molti potrebbero dover presto fare i conti con riduzioni dello stipendio e tagli delle indennità mensili.
Quanto preoccupa la crisi di Volkswagen? Le parole del viceministro Valentini
Il Gruppo tedesco, come anche altre Case automobilistiche, sta pagando l’impatto economico negativo che la transizione energetica e il passaggio all’elettrico (con conseguente condanna delle auto alimentate da motore termico) stanno generando in tutto il settore automotive. Tutti i grossi Gruppi hanno investito molto nella transizione per rispettare gli ambiziosi obiettivi dell’Unione Europea, che prevede che tutte le nuove auto siano elettriche entro il 2035. E anche in Italia la vicenda preoccupa e non poco.
“È evidentemente che ci sono preoccupazioni per la chiusura delle fabbriche Volkswagen per l’indotto e per l’intero settore dell’auto, sia termico che non”, ha dichiarato il viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini, in occasione dell’assemblea di Federchimica aduna domanda sull’automotive. “Dimostra – aggiunge – quanto questa transizione sia difficile e quanto il settore subisca anche i contraccolpi della congiuntura.
C’è da considerare che comunque non va mai visto un settore in maniera nazionale ma globale e non ci debba mai essere quella che qualcuno dice ‘sei contento quando va male agli altri’. Quando va male agli altri dobbiamo essere preoccupati anche noi perché soprattutto è evidente che qualsiasi soluzione si cerchi di trovare l’intero comparto è in forte difficoltà”.
Confindustria a muso duro con le scelte ideologiche
“La notizia sulla probabile chiusura di altri tre stabilimento Volkswagen e del taglio degli stipendi ci dice quanto abbiamo sbagliato nelle scelte ideologiche nella partita automotive”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, all’assemblea dell’Unione Industriali di Torino. “Oggi la questione deve essere come emettere meno Co2, non si può essere obbligati a usare una tecnologia, dobbiamo mettere al centro la neutralità tecnologica. Dobbiamo investire nelle nuove tecnologie e non disperdere quello che sappiamo fare”, ha sottolineato.
Anche Mercedes-Benz e Porsche in difficoltà
La crisi del settore automotive tuttavia non risparmia nessuno in Germania. Dopo l’annuncio di Volkswagen sulla chiusura di tre stabilimenti e i tagli al personale e agli stipendi, anche altre case automobilistiche come Mercedes-Benz e Porsche sono in evidente difficoltà.
Il Gruppo di Stoccarda ha infatti registrato un forte calo degli utili nel terzo trimestre del 2024, con una diminuzione delle vendite del 17% in Cina e del 25% in Germania. Anche Porsche ha registrato nei primi nove mesi un utile operativo di gruppo in calo del 26,7%, mentre i ricavi hanno segnato un significativo – 5,2%. Dunque, le due case automobilistiche hanno avviato un piano di contenimento di costi per tamponare la situazione.
Sarà importante capire se basterà o se nei prossimi mesi, ahinoi, saremo costretti ad assistere a nuove chiusure, con tutte le conseguenze che ne deriveranno.