Il Gruppo Grendi contro stereotipi di genere con il progetto di calcio a 5 femminile

Il gruppo di logistica integrata scende letteralmente in campo per promuovere l’inclusione nello sport nelle scuole di Cagliari
30 Ottobre 2024
1 min read
Gruppo Grendi

Il Gruppo Grendi – attivo dal 1828 nell’ambito dei trasporti marittimi e della logistica – lancia il progetto “We Can Play Futsal, Il calcio a 5 a scuola per dare un calcio alla violenza di genere” sull’empowerment femminile, coinvolgendo alunne e alunni degli istituti superiori, con interventi tesi a scardinare gli stereotipi di genere a partire da quello più tipico in ambito sportivo, “le donne non possono giocare a calcio”.

Il calcio per scardinare gli stereotipi

Per l’occasione il gruppo di logistica integrata ha ospitato nella sede di Cagliari le giocatrici del Cagliari Calcio a 5 femminile, la nuova compagine sportiva rossoblù di cui Grendi è main partner e gli ideatori di questa iniziativa giunta alla sua quarta edizione. Oltre al Gruppo Grendi questo progetto è sostenuto anche da altre realtà dell’isola, come Fondazione Sardegna e Saras, e riguarda le scuole di Cagliari con il coinvolgimento di circa 1.000 studenti da quando è nata questa iniziativa nel 2021.

Promozione dello sport femminile

Più in dettaglio, nelle classi dove avviene l’intervento, vengono effettuate 8 ore di attività motoria (con gli allenatori della Mediterranea Calcio a 5, per migliorare l’atteggiamento delle ragazze verso l’educazione motoria e l’attività fisica e incuriosirle sulla pratica del calcio e del calcio a 5) e 4 ore di laboratori (con le psicologhe e avvocatesse di Donna Ceteris, associazione no-profit contro la violenza sulle donne, stalking e maltrattamenti in famiglia e nel sociale, per affrontare nello specifico i temi delle disuguaglianze di genere, nello sport e nella società civile). Alla fine di questo ciclo verrà organizzato un evento a Cagliari, nel quale tutte le classi incontrano una o più campionesse nazionali, che raccontano alla platea la propria esperienza sportiva e come lo sport (e lo studio) possono essere potenti strumenti di emancipazione.

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