Da sinistra Roberto Segotta, responsabile commerciale TIP, insieme a Tetiana Huzenko e Massimo Tassi, titolari della TLP

TLP: carrier per l’e-commerce, guida definitiva alla sopravvivenza

11 Ottobre 2024
4 mins read

Un incontro illuminante, quello con Massimo Tassi della Trasporti Logistica Piacenza: proprio l’occasione che stavamo aspettando per toccare con mano le dinamiche che governano l’attività dei carrier Amazon. Un impegno estenuante, ma anche piuttosto redditizio, che l’azienda emiliana porta avanti anche grazie alla collaborazione con TIP, intermediata dal responsabile commerciale Roberto Segotta, che le ha fornito in questi cinque anni di attività una quarantina di semirimorchi. “Un chilometrato” – come si definisce lui – del settore, l’imprenditore, classe 1972, insieme alla moglie Tetiana Huzenko, nata in Ucraina, porta avanti un’attività che, nonostante i margini importanti, sembra che nessuno voglia aiutarlo a seguire.

“Nel 2019 abbiamo costituito – inizia a raccontarci Tassi – la TLP con un solo camion; oggi ne abbiamo 20, oltre a far lavorare trenta padroncini. Fatturiamo circa mezzo milione al mese. Certo, abbiamo un cliente molto esigente visto che siamo tra i primi quattro carrier italiani per Amazon. Semirimorchi? Ne abbiamo 47, di cui 26 noleggiati con TIP: molti indiretti hanno solo il trattore, e siamo noi a fornire loro il trainato per alloggiare la merce”. Tassi, che alle spalle ha un lungo trascorso in altre aziende di trasporto, inizia con la sua società nel 2020, proprio in concomitanza con il Covid. “Facevo lavorare fino a 70 camion al giorno per il trasporto delle mascherine in tutta Italia. Quello che abbiamo guadagnato, terminata l’emergenza pandemica, l’abbiamo investito sul cliente più solido che abbiamo oggi. Sì, solido: Amazon paga a 30 giorni e tutti i martedì riceviamo da loro il bonifico”.

Come dicevamo l’occasione per noi è proprio fortunata, viste le vicende che recentemente hanno regalato gli onori della cronaca giudiziaria al colosso dell’e-commerce. Ma Tassi difende il suo committente. “Chi può fermare Amazon? Nessuno. Certamente ci sono aspetti da chiarire, ma avete un’idea di quante persone vivono grazie a quest’azienda oggi? Si rivolterebbe l’Italia se venisse in qualche modo ostacolata o bloccata: per Amazon in Italia lavorano quasi 20mila persone”. “Al di là delle famiglie coinvolte direttamente – considera anche Roberto Segotta di TIP – ci sono poi tutte le aziende partner: molti dei clienti TIP lavorano per Amazon. Se chiudesse, ci rientrerebbero migliaia di semirimorchi, sarebbe una vera e propria bomba atomica”. 

Tanto lavoro per famiglie e aziende dunque, ma – al di là del costo forse pagato dallo stato, e questo è un commento di chi scrive – qual è il prezzo per i fornitori? “Sono molto esigenti” – ripete Tassi, mostrandoci lo schermo del computer davanti al quale trascorre, senza potersi mai allontanare, le sue giornate. “Questo è il software tramite il quale ci vengono indicate le consegne e viene monitorata la nostra attività. Ecco, questi sono tutti i viaggi di oggi con l’indicazione degli orari da rispettare – precisa scorrendo un elenco che sembra non finire mai in una programmazione stabilita univocamente fino alla settimana successiva – e qui – mostrando un’altra pagina – abbiamo il controllo delle nostre prestazioni. Prendiamone in esame una, quella relativa alla puntualità: il nostro punteggio è del 97,3 per cento. Voi vi stupirete, ma considerate che se uno dei parametri scende al 95 per cento il portale viene sospeso. E non chiama nessuno per avvertire”. 

La TLP viaggia in tutto il Nord Italia coprendo tra l’altro la linea Genova-Imperia e Verona-Bressanone. I veicoli della sua flotta percorrono una media di 90mila km all’anno portando la merce dai magazzini ai centri di distribuzione, dai quali poi partono i furgoni per la consegna door-to-door. È intuitivo che con questo ritmo di lavoro sia davvero difficile per Massimo e Tetiana reperire personale. “Sto cercando da tempo una figura che possa diventare il mio alter ego, anche solo per permettermi di staccare una giornata. Impossibile, e offro uno stipendio importante. Qui non ci si ferma mai – spiega schiudendo la porta di una stanza dove insieme alla moglie ha organizzato un piccolo appartamento di fortuna – ci sono giornate in cui non succede nulla e tutto fila liscio. Ma la criticità scoppia improvvisa e va risolta. Anche di notte. Non ci si può permettere di andare al bar, figurarsi in vacanza. Si rompe un camion, buca una gomma, c’è traffico: tutto va dimostrato, e la tolleranza sul ritardo o sul rifiuto della consegna è bassissimo. Quattro minuti dopo l’orario stabilito è già ritardo. Ma d’altra parte, come fa Amazon a consegnare a Milano in un’ora, ad arrivare nelle case il sabato e la domenica? I magazzini sono automatizzati e girano per incontrare i ritiri: sono tutte coincidenze, e perderne una significa far saltare la catena”.

Un quadro che tradotto significa un lavoro ad alto tasso di stress per gli autisti. “Di italiani che siano disposti a fare questo lavoro non ce ne sono. E preciso che l’autista meno pagato porta a casa da noi ogni mese 3.500 euro. Sono esclusivamente rumeni: vengono in Italia, lavorano per tre mesi, tornano al loro Paese e ne arrivano altri: abbiamo organizzato un giro dedicato, solo così si può lavorare”.

“Sentendo nei particolari  come si svolge il lavoro di Massimo – interviene Roberto Segotta di TIP – e devo dire che adesso riesco a capire le sue chiamate di urgenza per entrare in possesso il prima possibile di nuovi semirimorchi. Sono quasi sempre furgonati, ma abbiamo fornito anche qualche centinato nel caso in cui nell’esatto momento in cui venivamo contattati non ne avessimo a disposizione. Perché la richiesta non è per il giorno successivo, ma per il minuto seguente. TIP ha certamente la giusta forza per supportare aziende così impegnate nella loro routine come TLP: con la nostra formula, oltre alla rapidità del servizio, il cliente non deve neanche esporsi finanziariamente, le rate si possono detrarre, e la quantità dei mezzi è sempre adeguata all’andamento del lavoro”.

“L’anno scorso – conclude Massimo – ho ricevuto un’offerta importante per vendere. Non sono ancora pronto, ma se non trovo un direttore generale lo farò tra pochi, pochissimi anni. È una scelta: si mette via un bel capitale in fretta, ma non si può durare a lungo a fare questa vita“.

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