Tutto quello che avreste voluto sapere sul tachigrafo e non avete mai osato chiedere

Intervista a Alessio Sitran, Manager Legal Requirements di Continental VDO

Un anno di svolta, tanto per il mondo tachigrafo che vede a dicembre la prima importante scadenza per passare al dispositivo intelligente di seconda generazione, quanto per colui che indubbiamente è tra i massimi esperti italiani sul tema: anche se sprovvisti di tecnologia DSRC siamo riusciti ad intercettare Alessio Sitran, fresco di nomina a Manager Legal Requirements di Continental VDO. La giusta posizione per un professionista che negli ultimi anni si è dedicato con entusiasmo e passione a studiare la tecnologia e ad evangelizzare il settore. 

Alessio Sitran: quale sarà d’ora in poi il suo incarico?

Dal primo luglio scorso sono divenuto Manager Legal Requirements EMEA per quanto riguarda tutto il comparto del tachigrafo, quindi il mio incarico oggi è seguire da un punto di vista sovranazionale le dinamiche di sviluppo del dispositivo: innanzitutto normative ma anche tecnologiche, oltre a quelle che implicano relazioni istituzionali e analisi giuridiche. Una posizione che mi consente di avere una visuale molto più approfondita sulle tematiche tachigrafiche rispetto a quanto non accada a un livello più tipicamente nazionale.

Qual è la situazione normativa relativa all’introduzione del tachigrafo intelligente di seconda generazione e le diverse scadenze a calendario? 

Quando parliamo di normativa ci riferiamo principalmente al regolamento 1228/2021 e al 980/2023, entrambi emanazioni del pacchetto mobilità, che hanno da una parte stabilito al 21 agosto 2023 la data di introduzione del nuovo tachigrafo intelligente sui mezzi di nuova immatricolazione e dall’altra hanno fissato le date di scadenza del cosiddetto retrofit, cioè dell’obbligo per le aziende di trasporto di retrofittare, che significa sostituire e non semplicemente aggiornare, l’impianto tachigrafico. Le scadenze sono due: il 31 dicembre 2024 per tutti i tachigrafi analogici e digitali di prima generazione, cioè quei tachigrafi installati fino al 15 giugno 2019; il 18 agosto 2025 il medesimo obbligo si estende ai veicoli dotati di tachigrafo intelligente di versione 1, cioè quegli strumenti installati tra il 15 giugno 2019 e il 21 agosto 2023.

Entrambe le scadenze parlano di un obbligo che vincola solo i veicoli impegnati nel trasporto internazionale con una portata complessiva superiore ai 35 quintali. L’ultima scadenza, stabilita al  1° luglio 2026, riguarda invece il mondo dei leggeri – quindi 25-35 quintali – sempre impegnati nel trasporto internazionale. Esiste poi un ultimo passaggio più squisitamente nazionale, collegato alla criticità che abbiamo osservato l’anno scorso quando si è trattato di introdurre il nuovo tachigrafo e non c’era sufficiente disponibilità di prodotto per soddisfare le esigenze del mercato. In quell’occasione il nostro Paese ha consentito l’installazione per un limitato periodo di tempo, dal 21 agosto al 31 dicembre 2023, del tachigrafo intelligente di versione 1 sui veicoli di nuova immatricolazione, con l’obbligo di procedere al retrofit entro il 18 agosto 2025.

Quali sono le caratteristiche del tachigrafo di seconda generazione? 

Se l’attività core rimane quella di registrare soprattutto i tempi di guida e i periodi di riposo, questo strumento si pone oggi come una piattaforma che permette di elaborare informazioni in termini di efficientamento dei costi operativi di esercizio. E quindi di generare valore. Ci sono due funzionalità nuove in particolare: la registrazione automatica dell’attraversamento di frontiere e la possibilità di procedere da remoto con l’analisi dei parametri RTM attraverso la funzione DSRC, con la quale l’organo di controllo può eseguire un pre-check a distanza dei dati del tachigrafo per capire se fermare o non fermare il veicolo.

Perché è stato deciso di circoscrivere la sua obbligatorietà al trasporto internazionale? 

Negli ultimi vent’anni il mercato si è espanso e rivoluzionato con l’ingresso di nuovi player e nuove strutture di costi. E il trasporto internazionale molto più del nazionale ha cambiato pelle. Una trasformazione che se da una parte ha permesso di beneficiare di servizi molto più competitivi, dall’altra ha formato zone d’ombra che hanno sfruttato vuoti normativi importanti accentuando le problematiche di dumping sociale, per fare un esempio, o favorendo la nascita delle cosiddette ‘letterbox companies’, quindi aziende che registravano la propria sede in un paese con particolari vantaggi ma che poi in realtà operavano da tutt’altra parte. Situazioni anche difficili per gli stessi autisti che si trovavano a lavorare in condizioni disagevoli e spesso privati perfino dei servizi di base. Oggi lo strumento tachigrafico con la registrazione dell’attraversamento di frontiera, chiaramente funzionale al controllo di un cross trade svolto in maniera regolare e di condizioni di distacco gestite anch’esse correttamente, mette fine a tante problematiche collegate soprattutto al trasporto internazionale. 

Si può dire che lo strumento tachigrafico sia stato visto storicamente con insofferenza da parte di molti attori del trasporto, e che sia arrivato finalmente il momento per tutti di capire la sua grande utilità? 

L’azienda che lavora bene non ha mai avuto timore del tachigrafo. Ma è indubbio che molte realtà lo abbiano visto spesso come un limite, come un vincolo che non consentiva di operare diversamente da come richiedeva la norma. Il motivo è semplice: sappiamo bene che il mondo dell’autotrasporto non sempre gode di marginalità importanti e che spesso l’attività viene erogata lungo una catena di subvezione che evidenzia situazioni più di sottocosto che di marginalità e dinamiche di assoggettamento a volumi forzati nemiche del rispetto delle tempistiche. Oggi l’evoluzione tecnologica permette di fare un ragionamento diverso: prima il controllo era randomico, e succedeva che spesso venivano fermati mezzi assolutamente in regola che poi però perdevano tempo prezioso per i controlli.

Oggi con il DSRC che, lo ricordiamo, è un preselettore che permette di verificare a veicolo in movimento se l’autista sta rispettando o meno i tempi di guida, l’azienda di trasporto che lavora bene “corre il rischio” di non essere mai fermata: la compliance diventa un vantaggio competitivo scalzando il basso costo dell’attività. Oggi alle aziende di trasporto è richiesto un grande sforzo di rinnovamento in termini di sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale, economica e competitiva: l’azienda che rispetta la norma ha finalmente la possibilità di ottenere contrattualmente marginalità maggiori e quindi, perché no? le risorse per rinnovare il parco e migliorare la qualificazione professionale degli autisti. Ecco, in questo senso il tachigrafo, nella sua versione attuale, è al centro di un nuovo approccio, e quindi il messaggio importante da consegnare alle aziende è di usarlo con fiducia perché è un alleato che permette di incrementare la sostenibilità competitiva.

Un appello giustissimo: ne vogliamo fare un altro alle aziende di trasporto, e cioè di non aspettare la fine dell’anno per procedere al retrofit? 

Assolutamente sì. Oggi la disponibilità di prodotto è assicurata, ma bisogna affrettarsi perché giocare all’ultimo minuto può non essere una buona strategia: abbiamo già avuto un secondo trimestre di incremento dell’attività dei centri tecnici e ci aspettiamo dopo la pausa estiva un’ulteriore spinta. Le officine autorizzate hanno, superfluo sottolinearlo, una capacità ricettiva che si può esaurire in tempi rapidi, per cui prenotare un appuntamento oggi significa poterlo gestire con tranquillità, ma se ci si muove troppo sotto data si rischia di bucare la scadenza. Ricordo che chi al 31 dicembre non sarà a norma, dal primo gennaio non potrà più viaggiare all’estero e che l’art 179 del codice della strada commina ai contravventori una sanzione amministrativa fino a 3.464 euro.

Advertising

Advertising

MAGAZINE

NEWSLETTER

Vaisu

Don't Miss