Dalle pendici del Monte Grappa alle stanze più lussuose e alle sale più rinomate del Nord Est: è questo il viaggio, curato in ogni minimo dettaglio, della biancheria fornita da Lavanova, azienda in attività da 55 anni, oggi guidata da Stefano e dai figli Jacopo e Sofia, che ha da sempre individuato nella qualità e nella sostenibilità del servizio la matrice sulla quale plasmare ogni scelta.
Anche quella relativa alla movimentazione del prezioso carico, con la decisione di affidarsi, già dal 2011, al marchio Scania, e oggi a Scandipadova, dalla quale, nella persona del responsabile commerciale Davide Buson, l’azienda di Romano d’Ezzelino commerciale Davide Buson, l’azienda di Romano d’Ezzelino è in procinto di ricevere la seconda delle due motrici R460, lo stato dell’arte quando si parla di consumi e emissioni in ambito endotermico. “Il nostro responsabile flotta – precisa subito Stefano Gheno, classe 1970, figlio del fondatore dell’azienda Franco – ha evidenziato in questo primo anno di utilizzo del veicolo – il secondo arriverà in autunno – un risparmio nei consumi di circa il 10 per cento. Inoltre viaggiamo ad HVO, biocarburante che permette un’ulteriore, importante riduzione delle emissioni di CO2: è sicuramente la scelta giusta per una realtà come la nostra così attenta al tema ambientale”.
Al servizio di turisti e visitatori delle città d’arte
Lavanova con il suo team di 33 persone effettua principalmente servizio di noleggio biancheria nelle città d’arte venete e friulane: Udine, Vicenza, Verona, Padova. Negli anni ha saputo tenersi al passo con l’innovazione tecnologica e modellare una struttura attenta in ogni aspetto della vita aziendale al proprio impatto ecologico. “Siamo una realtà – spiega Stefano – dalle dimensioni contenute per scelta, quella di svilupparci senza mai perdere d’occhio la qualità nei confronti dei clienti. L’innovazione è legata all’attrezzatura che utilizziamo, quindi macchinari e prodotti detergenti, ma anche alle certificazioni che garantiscono tutto il nostro tratto di filiera: forniamo biancheria integralmente lavata, stirata, asciugata, igienizzata e confezionata. Batteri zero, poi sta alla cura di chi la riceve. Da diversi anni monitoriamo i parametri della nostra attività in osservanza alle certificazioni: abbiamo la 9.001, la 14.065 RAPC, la 14.001 e la 45.001. Oggi predisporre il bilancio di sostenibilità ci risulta abbastanza semplice, proprio per il percorso intrapreso fin qui: non è un obbligo che ancora ci riguarda, ma tutti i dati che raccogliamo oggi li inseriamo in questo documento, che ci facilita nei rapporti con tutti i nostri stakeholder”.
Una piccola flotta: quello che serve per un servizio d’eccellenza
Proprio per la volontà di curare il processo in ogni minimo dettaglio e dunque distinguersi quale esempio di eccellenza nell’ambito delle lavanderie industriali, Lavanova ha in flotta “solo” cinque camion, tutti però Scania. “Abbiamo scelto per gli ultimi due veicoli la combinazione motrice più biga che riteniamo versatile e molto adatta al nostro impegno: con la motrice, una volta sganciata la biga, possiamo raggiungere le attività commerciali che si trovano nelle strade più strette dei centri storici. Se i nostri interlocutori riconoscono il valore aggiunto del nostro servizio? Al di là dei contratti, che se vengono rinnovati sono un ottimo segnale, annualmente domandiamo il grado di soddisfazione ai nostri clienti: biancheria, trasporti, puntualità, organizzazione. Ammetto che i punteggi sono sempre molto alti e questo per noi è motivo di grande orgoglio”.
Radici ben piantate nel territorio
Franco Gheno fonda l’attività nel 1969 a Bassano del Grappa già come lavanderia industriale per hotel; nel 1978, dovendo ampliarsi e non potendolo fare in centro città, dove fino a quel momento si era organizzato, si trasferisce a Romano d’Ezzelino. “Ho preso in mano l’azienda che avevo 25 anni – ricorda il figlio Stefano – mio padre aveva già creato un mercato importante, anche grazie alla sua capacità di anticipare i tempi, di essere sempre al passo con l’innovazione. Considerate che introduceva i primi pc in azienda nel 1980. Ho portato avanti la sua visione, e oggi, con l’appoggio e la consulenza di Jacopo e Sofia, continuiamo ad investire in tecnologia. Abbiamo recentemente introdotto due robot che siamo stati tra i primi in Europa ad avere, e con i quali siamo riusciti a sostituire il lavoro, molto duro, di tre persone: oggi le spugne – è questo l’ambito operativo delle macchine – vengono gestire, controllate e stirate in modo automatizzato, senza che vi sia manipolazione e quindi possibile contaminazione. Il valore aggiunto del nostro servizio è innanzitutto la sua personalizzazione: forniamo a noleggio la biancheria nuova, la riportiamo in sede per il lavaggio e restituiamo lo stesso identico prodotto al cliente. Non succede sempre così con il noleggio: al rientro solitamente la biancheria viene convogliata in un unico flusso, e quindi è impossibile restituire gli stessi pezzi. Per distinguerci anche in questa particolarità abbiamo dovuto informatizzare ad altissimo livello tutto l’iter, e stabilire un tracking per ogni fase. Oggi monitoriamo tutto il processo, ma ovviamente non solo per distinguere la merce per cliente, ma anche per analizzare tutti dati, dal pH alle temperature di lavaggio, alle concentrazioni di detergente”.
Già al lavoro la terza generazione
Da qualche anno, come accennato, la terza generazione si è affacciata alla vita aziendale. Jacopo è laureato in ingegneria gestionale, mentre Sofia ha terminato da poco Economia e Commercio: con la pandemia si sono ritrovati a dover frequentare l’università, studiare e sostenere gli esami da casa, avendo però d’altra parte l’opportunità di inserirsi a piccoli passi nel lavoro. “È da giovani che bisogna raccogliere le soddisfazioni professionali, non da anziani – considera Stefano – in questo momento stanno approfondendo ogni aspetto del lavoro, in modo da conoscere entrambi l’azienda a fondo, potersi scambiare pareri e presto gestirla insieme”.
Un gestione dell’acqua attenta e responsabile
L’attenzione alla sostenibilità in un settore come quello delle lavanderie industriali non può non passare dalla gestione dell’acqua. “Quella che utilizziamo – ci spiega il titolare – è acqua di falda: per capirci, la potremmo imbottigliare. Ogni fase è ottimizzata. Innanzitutto il consumo in entrata: vent’anni fa utilizzavamo dai 15 ai 30 litri di acqua per chilo di biancheria, oggi siamo intorno ai 3. Gli scambiatori di calore ci permettono di recuperare la temperatura di lavaggio per alzare i gradi dell’acqua in ingresso; quanto ai detergenti, non utilizziamo cloro da 15 anni, ma solo acqua ossigenata, oltre ad un disinfettante, nella misura corretta, e all’acido citrico, sì quello che ingeriamo nei cibi e nelle bevande, per neutralizzare eventuali residui alcalini del lavaggio che possano causare irritazione alla pelle. Al termine del processo l’acqua viene in parte recuperata per i risciacqui e in parte scaricata dopo essere transitata dai depuratori. E anche su questo tema abbiamo optato per una scelta green: niente chimica, solo enzimi”. Tutte accortezze che richiedono ricerca e investimenti, ma il servizio di qualità ripaga: Lavanova è sempre andata in questa direzione e pare proprio che abbia tutte le intenzioni di continuare a percorrere questa strada.
Un imperativo: eliminare le sacche di inefficienza
“Non ci facciamo mancare – ormai Stefano è un fiume in piena nel raccontarci tutte le accortezze seguite – i controlli batteriologici: ogni tre mesi vengono esaminate le mani degli operatori, ma anche la biancheria post lavaggio, prima quella umida e poi quella asciutta, le acque d’ingresso e d’uscita. Pur lavorando con il settore del turismo seguiamo parametri sanitari, capite bene come i nostri standard siano addirittura sovrabbondanti, ma è esattamente quello che vogliamo. Dal punto di vista economico e gestionale, Jacopo monitora tutti i parametri per avere sempre il quadro esatto di quanto stiamo consumando e, se ci sono delle sacche di inefficienza, o meglio, dei valori che possono essere migliorati prima che si trasformino in un costo importante a fine anno, interveniamo con tempestività”.
“Quando abbiamo dovuto scegliere i mezzi – conclude Stefano – non abbiamo avuto dubbi: Scania e Scandipadova. Davide Buson è una persona presente, attenta alle nostre esigenze e ci ha seguito con cura. Certamente ho riflettuto attentamente sull’investimento, perché questo è il compito di un imprenditore, ma non volevo scegliere guardando unicamente al prezzo. Sarebbe come acquistare lenzuola da 5 euro invece di preferire quelle americane della Standard Textile, che costano tre volte tanto. E non è solo questione di vita più lunga: un lenzuolo di buona qualità ha circa 110-130 fili ogni 2 centimetri e mezzo, quelle che forniamo ai nostri clienti ne hanno 220. Una qualità e una soddisfazione impagabili, esattamente come consegnare con veicoli performanti, nuovi ed ecologici”.