Frode fiscale e sfruttamento: sequestrati 121 milioni di euro ad Amazon Italia Transport

24 Luglio 2024
2 mins read

Sono 121 i milioni di euro che la Guardia di Finanza ha sequestrato ad Amazon Italia Transport srl nell’ambito di un’indagine per frode fiscale incentrata sui cosiddetti “bacini di manodopera”, sistema che vede le grandi aziende esternalizzare la manodopera per i servizi logistici a cooperative, consorzi e società “filtro”, per assicurarsi un’elevata competitività sul mercato. Secondo la Procura di Milano, nella persona dei PM Paolo Storari e Valentina Mondovì che hanno firmato le 94 pagine del decreto di sequestro preventivo d’urgenza che dovrà essere convalidato dal gip Luca Milani, il “sistema fraudolento” andrebbe avanti da “diversi anni” e avrebbe portato, oltre a un sistematico sfruttamento dei lavoratori, anche a un ingente danno all’erario.

Sotto accusa gli algoritmi che determinerebbero una tendenza organizzativa alla spersonalizzazione del lavoro: i processi di stoccaggio e consegna delle merci acquistate online sono stati infatti interessati da massicci investimenti nell’automazione e nella digitalizzazione. I fornitori sarebbero solo teoricamente autonomi e autorizzati a gestire esclusivamente i rapporti, organizzare i turni, l’assenteismo, le ferie e a pagare i salari, ma nemmeno a discutere con i propri dipendenti. Questi ultimi, infatti, sono in contatto costante e sotto il controllo delle apparecchiature informatiche dotate del software gestionale di Amazon.

Uno strumento tramite il quale Amazon Italia Transport eserciterebbe poteri di gestione organizzando la quasi totalità delle attività di distribuzione e consegna delle merci, comprese quelle relative all’ultimo miglio, che risultano essere esternalizzate a corrieri e singoli corrieri regolarmente assunti dai suddetti fornitori. Dunque un sistema di una ventina di società a fare da filtro tra il colosso e chi effettivamente svolge il lavoro di consegna, ideato per aggirare i pagamenti dell’IVA, della previdenza sociale e delle prestazioni sociali dei lavoratori, costretti tra l’altro a “pascolare” da un’azienda all’altra. A regolare i rapporti tra Amazon Italia Transport e i fornitori, un meccanismo fraudolento di fatture false in cambio di “contratti fittizi di fornitura di manodopera”.

Come riporta ANSA “per la presunta frode fiscale sono indagati tre responsabili della srl, Gabriele Sigismondi, Adriano Susta e Jason Miller, oltre alla stessa società per la responsabilità amministrativa. 
La presunta frode, attraverso la ‘somministrazione illecita di manodopera’, sarebbe stata commessa, stando alle imputazioni, tra il 2017 e il 2022, con effetti anche sulle ‘dichiarazioni Iva’ del 2023″. 

Le segreterie nazionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, in relazione alle notizie di stampa sull’intervento della Procura della Repubblica di Milano nei confronti di Amazon Italia Transport, hanno già richiesto che venga rapidamente fatta la massima chiarezza sostenendo la necessità di tutelare, in primo luogo, le lavoratrici e i lavoratori del delivery, sia sul versante occupazionale che su quello dei diritti e dei trattamenti. Dice la nota diffusa dalle organizzazioni sindacali: “A partire dal 2022 il sindacato confederale ha ricercato interlocuzioni e intese per dare tutele e certezze al personale della distribuzione”.

Filt, Fit e Uilt richiederanno un incontro, con massima urgenza, ad Amazon Italia Transport e ad Assoespressi, associazione che raccoglie circa 100 imprese distributrici, per mettere in campo ogni utile intervento sul versante sindacale atto a garantire la continuità occupazionale.

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