In occasione di Transpotec Logitec 2024, abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’amministratore delegato di ZF, Matteo Zucchi, che ci ha raccontato tanti aspetti legati sia alle ultime novità di mercato che il Brand ha presentato alla fiera meneghina, sia agli aspetti aziendali più specifici che caratterizzano anche l’operato di questi ultimi anni.
Su cosa punta ZF quest’anno a Transpotec?
“Per quanto riguarda l’elettrificazione nel settore dei veicoli commerciali abbiamo richieste diverse che provengono dai nostri vari clienti. L’esigenza principale in questo momento è la necessità di disporre di piattaforme, soprattutto per alcuni veicoli, nelle quali può esserci una coesistenza tra la vecchia e la nuova tecnologia: questo per non avere troppi costi di sviluppo.
Passando ai veicoli industriali, il progetto di CeTrax è nato da una richiesta che è arrivata direttamente dal costruttore e nasce proprio su questa base. Dal punto di vista dello sviluppo tecnologico abbiamo un vantaggio competitivo importante all’interno della nostra organizzazione perché ciò che nasce per la parte autocarro in realtà è frutto di una condivisione di esigenze ed esperienze. Questa scalabilità ci permette di avere componenti che aiutano a essere più competitivi sui mercati.
Guardando invece al settore autobus, ormai da qualche anno tutto il trasporto pubblico urbano è orientato verso l’elettrico. Per ciò che ci riguarda, la migliore soluzione che abbiamo portato sul mercato è AxTrax, ora alla seconda generazione, perché offre al costruttore la massima flessibilità nella costruzione del veicolo, massimizzando lo spazio a bordo, migliorando il comfort e riducendo il più possibile il rumore di fondo. Ma anche prestazioni ed efficienze maggiori, accelerazioni maggiori e così via, così da poter essere pronti anche a topografie diverse e più irregolari di quelle di una città come Milano. I veicoli equipaggiati con AxTrax di prima generazione sono ormai in produzione da circa 5 anni, quindi oggi abbiamo qualche milione di chilometri percorsi, base su cui possiamo contare per realizzare i successivi step tecnologici.
Aver intercettato questo filone fin da subito ci ha permesso di ottimizzare un prodotto che per sua natura è nato già robusto, e con la seconda generazione abbiamo solo implementato piccoli step sulla base di alcune applicazioni legate a mission particolari (veicoli destinati a percorsi in montagna o collina, ndr), e lì abbiamo scoperto qualcosa da affinare. La seconda generazione raccoglie a fattore comune tutte queste esperienze e permette di disporre di un assale ancora più robusto e performante”.
Cosa vi aspettate da un’evento come Transpotec e quanto è importante per voi essere presenti?
“Innanzitutto ci aspettiamo di accogliere i nostri clienti presso il nostro stand, di farli sentire parte di ZF. A livello locale, infatti, riusciamo a operare come se fossimo una grande famiglia.I nostri sono clienti affezionati e questo ci permette un rapporto un po’ privilegiato con loro proprio per il lavoro di squadra che ci unisce. Ci aspettiamo inoltre di incontrare nuovi contatti, di imparare e di crescere, sempre, attraverso nuove esperienze.
Proprio nell’ottica di raggiungere queste aspettative, abbiamo rivisto il budget investito sia per la nostra partecipazione a Transpotec, sia ad altre fiere che riteniamo essere le più importanti, anche in considerazione della possibilità di portare in fiera una elevata quantità di prodotti e soluzioni che oggi offriamo nel settore autocarro, rimorchio e bus.
Lo si capisce anche dalla dimensione dello stand qui a Milano, che tra l’altro per la prima volta in Italia ospita il nostro ZF Truck, mezzo molto conteso tra le varie filiali internazionali per le diverse attività di promozione e fieristiche.
L’altro aspetto importante del nostro essere a Transpotec risiede nel fatto che per la prima volta ci presentiamo insieme a Wabco in un unico stand, lanciando il forte messaggio di unico brand a presidio del mercato italiano. Pur avendo legal entities separate, competenze e storie diverse, oggi tutte le nostre soluzioni sono unite sotto il brand ZF. Riuscendo sempre di più a soddisfare le esigenze di tutti i clienti”.
Com’è andato il 2023 e cosa c’è da aspettarsi nell’anno in corso?
“L’anno scorso abbiamo chiuso con 46,6 miliardi di fatturato complessivo come Gruppo, risultato che rappresenta la somma di anni di acquisizioni che la società ha fatto nel tempo. Sono tre anni che lavoriamo a questo obiettivo e direi che siamo andati ben oltre le aspettative. Parlando di quest’anno, invece, la partenza è stata un po’ più calma e prevediamo un probabile leggero ribasso di fatturato.
Questa previsione è legata all‘andamento mondiale del mercato dei veicoli che equipaggiamo, perché essendo noi uno dei principali player, cresciamo o meno in linea ad esso. Ma tengo a precisare come in ogni caso il Gruppo ZF investa ogni anno tra il 7% e l’8% del proprio fatturato in R&D.
Cosa rappresenta l’Italia per ZF?
“In Italia la nostra presenza è molto forte, con 8 tra siti produttivi e commerciali, attraverso i quali copriamo le esigenze di molteplici settori, da quello delle passenger car ai commercial vehicle, ai rimorchi, al trasporto. Poi siamo attivi anche ne settore nautico, nonché in quello ferroviario, e produciamo anche assali sterzanti per moto e auto.
Poi ci sono appunto i centri di ricerca e sviluppo, uno di quali tra l’altro è presso la nostra sede di Assago, e ci occupiamo di presidiare il territorio italiano attraverso quello che in Germania è visto come approccio local to local.
Penso che la chiave del successo, alla fine, sia comunicare: rimanere costantemente in contatto non solo con i clienti, ma anche al nostro interno, per poter essere un player su cui è sempre possibile fare affidamento.