Con l’aiuto di Massimiliano Cassinelli, ingegnere che oltre ad essere direttore scientifico di testate in ambito ICT e automazione, ha certificato la conformità al Piano Nazionale Industria 4.0 / Transizione 4.0 di numerose aziende ed è consulente 4.0 per alcuni importanti produttori internazionali di macchine, cerchiamo di fare chiarezza su un argomento più che mai attuale e di vitale importanza per l’intero settore.
Con la pubblicazione del Decreto Legge 2 marzo 2024, n.19 è finalmente nato il Piano Transizione 5.0. Quali sono le novità rispetto a Transizione 4.0?
La novità più importante è legata al fatto che il credito d’imposta 5.0 verrà concesso solo alle aziende che certificano di aver realizzato un investimento che porta anche ad un risparmio energetico pari almeno al 3% per le strutture produttive ed al 5% per i processi. Per accedere al beneficio fiscale, che prevede un credito d’imposta dal 35 al 45%, in base alla riduzione dei consumi, è quindi necessario rispettare tutti i requisiti previsti dall’ex Piano Industria 4.0 e, in più, dimostrare un risparmio energetico.
Il Credito d’Imposta 5.0 sarà riconosciuto anche alle macchine operatrici?
Dopo un po’ di confusione iniziale, i costruttori di macchine operatrici hanno equipaggiato le proprie macchine con apparecchiature e piattaforma software, spesso disponibili in Cloud, per renderle conformi ai requisiti di Industria 4.0. Oggi, quindi, quasi tutte le gru mobili, le macchine per il sollevamento, le macchine per il movimento terra ecc. possono potenzialmente accedere ai benefici di Transizione 4.0 e, di conseguenza, anche al credito d’imposta 5.0, se portano ad un risparmio energetico. Purtroppo, però, il Governo non ha ancora emanato i decreti attuativi che definiscono perfettamente le modalità pratiche di accesso e le eventuali esclusioni. Questo perché le normative europee vietano gli incentivi per i mezzi a carburante fossile e, quindi, bisognerà capire come le restrizioni comunitarie verranno recepite dalla normativa italiana. Le macchine operatrici elettriche saranno sicuramente agevolabili. Per le macchine ibride e quelle Diesel, invece, dobbiamo ancora attendere…
Dalle sue parole sembra che ci siano ancora molte incertezze. Cosa possono fare le aziende in questa fase?
Essendo in attesa di ben sette decreti attuativi, potrei rispondere in modo lapidario dicendo: “nulla”. In realtà dobbiamo ricordare che gli investimenti ed i risparmi energetici dovranno essere conclusi e rendicontati, con una procedura che appare abbastanza farraginosa, entro il 31 dicembre 2025, quindi tra un tempo relativamente breve. Per questo è opportuno far apporre anche la dicitura “Bene agevolabile ai sensi del DL 19/2024” sui nuovi acquisti già effettuati, ma anche iniziare a raccogliere i preventivi per le nuove macchine e recuperare le schede tecniche delle macchine attualmente in uso. In ogni caso consiglio sempre di affidarsi a consulenti davvero esperti, che abbiano maturato significative esperienze in ambito Industria 4.0 e sappiano accompagnare le aziende. Dallo scorso autunno, infatti, la Guardia di Finanza ha iniziato i controlli e numerose aziende sono state sanzionate per errori
sostanziali e formali.
Ma è ancora possibile rimediare a questi errori?
Alcune aziende, a volte anche in buona fede, stanno godendo di agevolazioni non spettanti o non correttamente certificate. Con l’avvento di Transizione 5.0, i controlli si intensificheranno. Quindi occorre verificare sempre che la documentazione sia conforme ed i requisiti siano davvero rispettati, poiché alcuni errori possono essere sanati, ma questo deve avvenire prima dei controlli…
Guardiamo invece ai nuovi investimenti. In pratica come ottenere il Credito d’Imposta?
La procedura, come dicevo, appare un po’ farraginosa, ma le complessità ricadono quasi esclusivamente sui certificatori. Occorre infatti misurare preventivamente i consumi attuali e ipotizzare quelli futuri. Una volta completato l’investimento e collegata la macchina al software di gestione, il certificatore dovrà verificare il soddisfacimento di tutti i requisiti previsti da Transizione 4.0 e poi l’effettivo risparmio energetico, comunicando il tutto al GSE, che a sua volta trasmetterà i documenti al Mimit e all’Agenzia delle Entrate. L’aspetto positivo, però, è legato al fatto che il credito d’imposta potrà essere sfruttato interamente da subito e non in 3 rate annuali come avveniva per Transizione 4.0.
In tutto questo come convivono Transizione 4.0, Transizione 5.0 e Zes Unica?
Transizione 4.0 rimane in vigore, con un credito d’imposta del 20% fruibile in tre anni. Se un bene garantisce anche il risparmio energetico, oltre a rispettare i requisiti di Industria 4.0, può sfruttare il credito d’imposta 5.0, che va dal 35 al 45%, ma che non è cumulabile con i benefici della 4.0. Il Credito d’imposta 4.0 è invece cumulabile con la Zes Unica, ovvero il vecchio Bonus Sud. Mentre Zes unica e Transizione 5.0 non sono cumulabili. In generale, ma ogni caso deve essere analizzato nel Sud Italia conviene ancora abbinare Zes Unica e Transizione 4.0. Mentre al Centro-Nord Transizione 5.0 offre un maggior beneficio fiscale.
L’ing. Massimiliano Cassinelli, oltre ad essere direttore scientifico di testate in ambito ICT e automazione, ha certificato la conformità al Piano Nazionale Industria 4.0 / Transizione 4.0 di numerose aziende ed è consulente 4.0 per alcuni produttori internazionali di macchine . È inoltre membro dei gruppi di lavoro Industria 4.0 a livello regionale e nazionale dell’Ordine degli Ingegneri.
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